Differenze tra le versioni di "Aurital"
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− | Non è nota con certezza una data di introduzione dei pennini ''Aurital'' ma il marchio ({{Marchio|65269}}) venne richiesto nel [[1942]] che ragionevole assumere essere coincidente con l'immissione sul mercato, in un periodo in cui anche le altre principali marche italiane iniziarono a produrre penne in versione ''autarchica'' con pennini in leghe di acciaio cui venivano attribuiti nomi di fantasia più o meno altisonanti, come il ''[[Platiridio]]'' della [[Aurora]] o il ''[[Permanio]]'' della [[Omas]] o lo ''[[Zanio]]'' dell'[[Ancora]]. | + | Non è nota con certezza una data di introduzione dei pennini ''Aurital'' ma il marchio ({{Marchio|65269}}) venne richiesto nel [[1942]] che è ragionevole assumere essere coincidente con l'immissione sul mercato, in un periodo in cui anche le altre principali marche italiane iniziarono a produrre penne in versione ''autarchica'' con pennini in leghe di acciaio cui venivano attribuiti nomi di fantasia più o meno altisonanti, come il ''[[Platiridio]]'' della [[Aurora]] o il ''[[Permanio]]'' della [[Omas]] o lo ''[[Zanio]]'' dell'[[Ancora]]. |
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Versione attuale delle 23:02, 20 set 2024
Aurital è il nome di fantasia utilizzato Edoardo Webber per marchiare i propri pennini in acciaio, prodotti a partire all'incirca dalla fine degli anni '30, quando la gran parte dei produttori italiani passò all'uso di leghe di acciaio nella produzione dei pennini sia per le conseguenze della campagna autarchica dalla propaganda fascista, che per l'alto costo dovuto alla scarsità di materiali. Questi pennini si ritrovano prevalentemente sulle penne Saratoga, ma ne esistono anche versioni per la "Parker" di cui Webber era stato rappresentante, come quella nell'immagine a fianco, anche se è lecito dubitare che la loro produzione fosse effettivamente riconosciuta dall'azienda americana.
Non è nota con certezza una data di introduzione dei pennini Aurital ma il marchio (Reg. Gen. N. 65269) venne richiesto nel 1942 che è ragionevole assumere essere coincidente con l'immissione sul mercato, in un periodo in cui anche le altre principali marche italiane iniziarono a produrre penne in versione autarchica con pennini in leghe di acciaio cui venivano attribuiti nomi di fantasia più o meno altisonanti, come il Platiridio della Aurora o il Permanio della Omas o lo Zanio dell'Ancora.