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| [[Immagine:Logo-Pelikan.svg|center|400px|Logo Pelikan]] | | [[Immagine:Logo-Pelikan.svg|center|400px|Logo Pelikan]] |
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| Fra i produttori di stilografiche la [[Pelikan]] è probabilmente una delle aziende storicamente più antiche, dato che le sue origini risalgono alla prima metà del 1800. Nonostante la storicità dell'azienda, che la rende una delle più antiche dell'intera Germania, il suo ruolo di produttore di stilografiche è relativamente recente, essendo iniziato nel 1929, con l'introduzione della prima stilografica con [[caricamento a stantuffo]]. | | Fra i produttori di stilografiche la [[Pelikan]] è probabilmente una delle aziende storicamente più antiche, dato che le sue origini risalgono alla prima metà del 1800. Nonostante la storicità dell'azienda, che la rende una delle più antiche dell'intera Germania, il suo ruolo di produttore di stilografiche è relativamente recente, essendo iniziato nel 1929, con l'introduzione della prima stilografica con [[caricamento a stantuffo]]. |
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| A partire dal [[1895]], e per oltre sessanta anni, l'azienda venne diretta da ''Fritz Beindroff'', genero di ''Günther Wagner'', che dopo aver lavorato come rappresentante per la ditta ne assunse il controllo. Iniziò una espansione internazionale, con sedi aperte a Londra, Zurigo, Parigi e New York. Nel [[1898]] venne lanciata sul mercato la serie di inchiostri ''Pelikan 4001'',<ref>nel sito dell'azienda viene riportato il [[1901]], ma Jürghen Ditter e Martin Lehmann nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', riportano la citazione in un catalogo del [[1898]].</ref> ad oggi ancora in produzione, e nel 1904 una colla per carta (la ''Pelikanol'') di grande successo. Nel [[1906]] a causa dell'espansione degli affari l'azienda dovette acquistare una nuova sede di 25000 mq che dopo sette anni dovette essere ingrandita fino a 43000 mq per ospitare oltre 1000 dipendenti. In questo periodo la [[Pelikan]] produceva colori per artisti, oltre 160 varietà di inchiostro, carta assorbente, carta carbone, colla ed una grande varietà di articoli di cancelleria. | | A partire dal [[1895]], e per oltre sessanta anni, l'azienda venne diretta da ''Fritz Beindroff'', genero di ''Günther Wagner'', che dopo aver lavorato come rappresentante per la ditta ne assunse il controllo. Iniziò una espansione internazionale, con sedi aperte a Londra, Zurigo, Parigi e New York. Nel [[1898]] venne lanciata sul mercato la serie di inchiostri ''Pelikan 4001'',<ref>nel sito dell'azienda viene riportato il [[1901]], ma Jürghen Ditter e Martin Lehmann nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', riportano la citazione in un catalogo del [[1898]].</ref> ad oggi ancora in produzione, e nel 1904 una colla per carta (la ''Pelikanol'') di grande successo. Nel [[1906]] a causa dell'espansione degli affari l'azienda dovette acquistare una nuova sede di 25000 mq che dopo sette anni dovette essere ingrandita fino a 43000 mq per ospitare oltre 1000 dipendenti. In questo periodo la [[Pelikan]] produceva colori per artisti, oltre 160 varietà di inchiostro, carta assorbente, carta carbone, colla ed una grande varietà di articoli di cancelleria. |
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− | [[Image:Pelikan-112-Capped.jpg|thumb|Una [[Pelikan 112]].]] | + | [[File:Pelikan-112-Diamond-Capped.jpg|thumb|Una [[Pelikan 112]].]] |
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| L'azienda subì un pesante arresto a causa della prima guerra mondiale, dato che oltre il 40% della sua produzione era diretto al mercato estero, ma si riprese, ritornando ad essere uno dei principali produttori di inchiostri e cancelleria del mondo. Ma l'azienda cercò da subito di ampliare la sua produzione, e sia pure molto tardivamente nel [[1929]] essa fece un ingresso eclatante sul mercato delle penne stilografiche, introducendo il primo modello con [[caricamento a stantuffo]], di cui aveva acquisito il brevetto due anni prima. | | L'azienda subì un pesante arresto a causa della prima guerra mondiale, dato che oltre il 40% della sua produzione era diretto al mercato estero, ma si riprese, ritornando ad essere uno dei principali produttori di inchiostri e cancelleria del mondo. Ma l'azienda cercò da subito di ampliare la sua produzione, e sia pure molto tardivamente nel [[1929]] essa fece un ingresso eclatante sul mercato delle penne stilografiche, introducendo il primo modello con [[caricamento a stantuffo]], di cui aveva acquisito il brevetto due anni prima. |
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| I modelli iniziali subirono diverse evoluzioni nelle caratteristiche costruttive, il corpo era realizzato inizialmente in [[bachelite]] trasparente rivestito per buona parte da una banda di [[celluloide]] (la cosiddetta ''[[binde]]'') a scopo decorativo e protettivo, versioni successive videro il passaggio alla celluloide anche per il corpo. Inizialmente la banda era prodotta solo nei due colori verde o nero. Nel [[1930]] (anche se taluni riportano il 1931) venne introdotto il modello [[Pelikan 111|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''[[guilloché]]'' e due verette sul cappuccio. Anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, e l'anno successivo rendendo la testina dello stesso più affusolata ed effettuando diverse modifiche sull'intera penna. | | I modelli iniziali subirono diverse evoluzioni nelle caratteristiche costruttive, il corpo era realizzato inizialmente in [[bachelite]] trasparente rivestito per buona parte da una banda di [[celluloide]] (la cosiddetta ''[[binde]]'') a scopo decorativo e protettivo, versioni successive videro il passaggio alla celluloide anche per il corpo. Inizialmente la banda era prodotta solo nei due colori verde o nero. Nel [[1930]] (anche se taluni riportano il 1931) venne introdotto il modello [[Pelikan 111|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''[[guilloché]]'' e due verette sul cappuccio. Anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, e l'anno successivo rendendo la testina dello stesso più affusolata ed effettuando diverse modifiche sull'intera penna. |
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− | A partire dal [[1931]] (ma c'è chi riporta la data del [[1932]]) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla [[Pelikan 100|100]] si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato nero/grigio/rosso, altri colori più rari, come il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga sono di introduzione successiva e sono restati in produzione per periodi di tempo più brevi. Infine vennero introdotti nuovi modelli di lusso, la [[100|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[Pelikan 112|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k. | + | A partire dal [[1931]] (ma c'è chi riporta la data del [[1932]]) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla [[Pelikan 100|100]] si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato nero/grigio/rosso, altri colori più rari, come il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga sono di introduzione successiva e sono restati in produzione per periodi di tempo più brevi. Infine vennero introdotti nuovi modelli di lusso, la [[Pelikan 110|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[Pelikan 112|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k. |
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| Infine in questo stesso anno venne introdotto quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan T111|T111]], noto come ''[[Toledo]]'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro con uno stile che ricorda quello delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome, in realtà sostanzialmente errato, della penna. | | Infine in questo stesso anno venne introdotto quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan T111|T111]], noto come ''[[Toledo]]'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro con uno stile che ricorda quello delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome, in realtà sostanzialmente errato, della penna. |
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| Per coprire le fasce più basse del mercato a partire dal [[1932]] venne introdotto il modello [[Rappen]], con forma più affusolata ed una sola vera sul cappuccio, realizzato inizialmente con la parte inferiore del corpo in materiale trasparente di colore blu a cui era fissato direttamente un serbatoio di gomma coperto da un fondello in ebanite, rimosso il quale si poteva riempire direttamente la penna. Una seconda versione, commercializzata in seguito con questo nome quando già era presente la [[Ibis]], con la sezione trasparente di colore verde, venne equipaggiata con il classico [[caricamento a stantuffo]]. Nel [[1934]] la [[Pelikan]] iniziò ad abbinare alle sue penne una matita meccanica, la ''Auch Pelikan'', contraddistinta dai numeri ''200'' per la versione normale e ''210'' per la più rara versione corta. | | Per coprire le fasce più basse del mercato a partire dal [[1932]] venne introdotto il modello [[Rappen]], con forma più affusolata ed una sola vera sul cappuccio, realizzato inizialmente con la parte inferiore del corpo in materiale trasparente di colore blu a cui era fissato direttamente un serbatoio di gomma coperto da un fondello in ebanite, rimosso il quale si poteva riempire direttamente la penna. Una seconda versione, commercializzata in seguito con questo nome quando già era presente la [[Ibis]], con la sezione trasparente di colore verde, venne equipaggiata con il classico [[caricamento a stantuffo]]. Nel [[1934]] la [[Pelikan]] iniziò ad abbinare alle sue penne una matita meccanica, la ''Auch Pelikan'', contraddistinta dai numeri ''200'' per la versione normale e ''210'' per la più rara versione corta. |
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− | Colori analoghi a quelli presenti nel modello base vennero usati anche per il modello [[Pelikan 100|101]] introdotto nel [[1935]] circa, caratterizzato per avere il cappuccio realizzato nello stesso materiale della banda e prodotto, oltre ai precedenti anche nei colori verde giada, arancio e blu marmorizzato. A questi colori, abbinati al classico cappuccio nero, si aggiunsero versioni nere ma con testina del cappuccio e manopola dello stantuffo in ebanite rossa, o con il corpo nero ed il tubo del cappuccio lucertola. Di questo modello vennero prodotte anche delle versioni con la testina del cappuccio ribassata (in stile [[military clip|militare]]), diffusi solo per il mercato estero. Questi colori sono piuttosto rari in quanto non riscontrarono il gradimento del pubblico tedesco, molto tradizionalista, che non gradiva le penne colorate, propendendo per le versioni nere o verde e nero. | + | Colori analoghi a quelli presenti nel modello base vennero usati anche per il modello [[Pelikan 101|101]] introdotto nel [[1935]] circa, caratterizzato per avere il cappuccio realizzato nello stesso materiale della banda e prodotto, oltre ai precedenti anche nei colori verde giada, arancio e blu marmorizzato. A questi colori, abbinati al classico cappuccio nero, si aggiunsero versioni nere ma con testina del cappuccio e manopola dello stantuffo in ebanite rossa, o con il corpo nero ed il tubo del cappuccio lucertola. Di questo modello vennero prodotte anche delle versioni con la testina del cappuccio ribassata (in stile [[military clip|militare]]), diffusi solo per il mercato estero. Questi colori sono piuttosto rari in quanto non riscontrarono il gradimento del pubblico tedesco, molto tradizionalista, che non gradiva le penne colorate, propendendo per le versioni nere o verde e nero. |
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| [[Image:194x-Pelikan-100N.jpg|thumb|Pubblicità della [[Pelikan 100N]] degli anni '40.]] | | [[Image:194x-Pelikan-100N.jpg|thumb|Pubblicità della [[Pelikan 100N]] degli anni '40.]] |
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− | In questi anni i materiali subirono diversi cambiamenti, con una progressiva conversione dall'ebanite alla celluloide, prima per i cappucci, poi per il corpo ed infine anche per parti del meccanismo, ed in particolare per il fondello, che nel [[1936]] divenne liscio, dando origine a quella che alcuni chiamano la [[100|100C]]. Lo stesso anno il modello [[Rappen]] venne sostituito dalla [[Ibis 130]]. | + | In questi anni i materiali subirono diversi cambiamenti, con una progressiva conversione dall'ebanite alla celluloide, prima per i cappucci, poi per il corpo ed infine anche per parti del meccanismo, ed in particolare per il fondello, che nel [[1936]] divenne liscio, dando origine a quella che alcuni chiamano la [[Pelikan 100|100C]]. Lo stesso anno il modello [[Rappen]] venne sostituito dalla [[Ibis 130]]. |
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− | Il [[1937]] vide la nascita della [[Pelikan 100N]],<ref>c'è chi riporta il [[1938]], in cui pare la penna sia stata lanciata sul mercato tedesco, ma la data corretta per l'introduzione sul mercato internazionale dovrebbe essere questa, secondo quanto riportato da Dittmer e Lehman.</ref> una completa ristilizzazione della [[100]]. La nuova penna aveva un fondello affusolato e corpo e cappuccio di maggiori dimensioni. La testa del cappuccio portava un nuovo marchio più stilizzato, e la penna era realizzata quasi totalmente in celluloide, anche se i primi modelli possono essere trovati con parti in ebanite e con il vecchio logo. La vecchia [[100]] comunque restò in produzione fino alla interruzione totale della produzione a causa della guerra avvenuta nel [[1944]]. | + | Il [[1937]] vide la nascita della [[Pelikan 100N]],<ref>c'è chi riporta il [[1938]], in cui pare la penna sia stata lanciata sul mercato tedesco, ma la data corretta per l'introduzione sul mercato internazionale dovrebbe essere questa, secondo quanto riportato da Dittmer e Lehman.</ref> una completa ristilizzazione della [[Pelikan 100|100]]. La nuova penna aveva un fondello affusolato e corpo e cappuccio di maggiori dimensioni. La testa del cappuccio portava un nuovo marchio più stilizzato, e la penna era realizzata quasi totalmente in celluloide, anche se i primi modelli possono essere trovati con parti in ebanite e con il vecchio logo. La vecchia [[Pelikan 100|100]] comunque restò in produzione fino alla interruzione totale della produzione a causa della guerra avvenuta nel [[1944]]. |
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− | [[Image:Pelikan101N-Tortoise-OpenTop.jpg|thumb|left|Una [[Pelikan 101N]].]] | + | [[File:Pelikan-101N-2V-FullTortoiseCap-Gold-HM-OpenTop.jpg|thumb|left|Una [[Pelikan 101N]].]] |
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− | Nella realizzazione del nuovo modello alcune delle colorazioni più inusuali presenti con la [[100]] (e con la [[100|101]]) non vennero più prodotte, mantenendo solo i colori nero, verde, grigio e tartaruga, questo almeno per quanto riguarda la produzione tedesca, che dal [[1939]] vide anche la scomparsa dei pennini in oro, a causa delle restrizioni imposte dalla guerra, sostituiti da pennini in cromo-nichel (marcati ''CN'') o in palladio (marcati ''Pd''). Nel periodo travagliato della guerra infatti vennero prodotti, dai vari stabilimenti posti al di fuori della Germania, diversi modelli fra cui spiccano quelli portoghesi, marcati ''[[Emegê]]'' dal nome del distributore locale che riuscì ad ottenere questa incisione sulle psue enne. Questi commercializzò anche alcuni modelli peculiari, come la [[Pelikan Magnum|Magnum]], una versione di grandi dimensioni della [[100N]], prodotta addirittura un paio di anni prima di questa. | + | Nella realizzazione del nuovo modello alcune delle colorazioni più inusuali presenti con la [[Pelikan 100|100]] (e con la [[Pelikan 101|101]]) non vennero più prodotte, mantenendo solo i colori nero, verde, grigio e tartaruga, questo almeno per quanto riguarda la produzione tedesca, che dal [[1939]] vide anche la scomparsa dei pennini in oro, a causa delle restrizioni imposte dalla guerra, sostituiti da pennini in cromo-nichel (marcati ''CN'') o in palladio (marcati ''Pd''). Nel periodo travagliato della guerra infatti vennero prodotti, dai vari stabilimenti posti al di fuori della Germania, diversi modelli fra cui spiccano quelli portoghesi, marcati ''[[Emegê]]'' dal nome del distributore locale che riuscì ad ottenere questa incisione sulle psue enne. Questi commercializzò anche alcuni modelli peculiari, come la [[Pelikan Magnum|Magnum]], una versione di grandi dimensioni della [[Pelikan 100N|100N]], prodotta addirittura un paio di anni prima di questa. |
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| Nel [[1942]] la produzione della [[Ibis]] venne fermata, e dal [[1944]] al [[1947]] la produzione venne completamente interrotta per la guerra. La [[Pelikan]] non subì danni significativi ma produzione dopo la guerra ripartì molto lentamente, le fabbriche estere o vennero chiuse o furono espropriate, ci sono comunque tracce di tentativi di creare una produzione autonoma da parte della filiale svizzera. Nel 1946 ancora le linee di produzione non erano state ristabilite ed i macchinari dovevano essere finiti di riparare,<ref>Dittmer e Lehman accennano al fatto che la direzione dell'azienda stava contemplando il passaggio all'uso della plastica ad iniezione, passaggio bloccato da Kovacs che vi vedeva un ulteriore ritardo nella ripresa della produzione (e nella riscossione dei relativi diritti di brevetto).</ref> ed è solo l'anno successivo che ricominciarono le consegne. | | Nel [[1942]] la produzione della [[Ibis]] venne fermata, e dal [[1944]] al [[1947]] la produzione venne completamente interrotta per la guerra. La [[Pelikan]] non subì danni significativi ma produzione dopo la guerra ripartì molto lentamente, le fabbriche estere o vennero chiuse o furono espropriate, ci sono comunque tracce di tentativi di creare una produzione autonoma da parte della filiale svizzera. Nel 1946 ancora le linee di produzione non erano state ristabilite ed i macchinari dovevano essere finiti di riparare,<ref>Dittmer e Lehman accennano al fatto che la direzione dell'azienda stava contemplando il passaggio all'uso della plastica ad iniezione, passaggio bloccato da Kovacs che vi vedeva un ulteriore ritardo nella ripresa della produzione (e nella riscossione dei relativi diritti di brevetto).</ref> ed è solo l'anno successivo che ricominciarono le consegne. |
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− | Nel [[1947]] la produzione venne ripresa con l'introduzione di una nuova versione della [[100N]] di forma sostanzialmente identica alla precedente, ma dotata di una sola vera sul cappuccio e di un fermaglio rigato, e dotata anche di pennini in oro, ora nuovamente disponibili. La penna era ormai prodotta completamente in celluloide o materiale plastico con una eccezione, la produzione italiana dello stabilimento di Milano che per un breve tempo continuò ad usare, prima di essere interrotta, vecchi materiali, che rende tali penne molto rare. Nel [[1948]] venne ripresa anche la produzione della [[Ibis|Ibis 130]]. | + | Nel [[1947]] la produzione venne ripresa, qualcuno fa risalire a questa data l'introduzione di una nuova versione della [[Pelikan 100N|100N]] di forma sostanzialmente identica alla precedente, ma dotata di una sola vera sul cappuccio e di un fermaglio rigato, ma questa datazione è controversa. Riprese anche l'uso di pennini in oro, ora nuovamente disponibili. La penna era ormai prodotta completamente in celluloide o materiale plastico con una eccezione, la produzione italiana dello stabilimento di Milano che per un breve tempo continuò ad usare, prima di essere interrotta, vecchi materiali, che rende tali penne molto rare. Nel [[1948]] venne ripresa anche la produzione della [[Ibis|Ibis 130]]. |
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| [[Image:1952-Pelikan-400.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan]] del 1952.]] | | [[Image:1952-Pelikan-400.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan]] del 1952.]] |
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| Nel [[1950]] la [[Pelikan]] effettuò una completa revisione di tutti i modelli, introducendo un altro capolavoro, la [[400]]. Benché il modello fosse completamente nuovo sul piano stilistico,<ref>pare però che esistano negli archivi della [[Pelikan]] delle foto di disegni preliminari di un modello sostanzialmente identico alla [[400]] antecedenti il periodo bellico.</ref> la parte tecnica riprendeva il progetto classico delle precedenti penne, con il [[caricamento a stantuffo]], un serbatoio trasparente coperto da una fascia decorativa (stavolta in celluloide striata) e la ''[[washer clip|clip a rondella]]'' bloccata da una testina realizzata in metallo dorato, ma con un inserto in celluloide con inciso il logo dell'azienda. La penna, con la nuova clip a forma di becco di pellicano e le striature verticali del corpo divenne uno dei simboli dello stile modernista del dopoguerra, ottenendo un enorme successo. | | Nel [[1950]] la [[Pelikan]] effettuò una completa revisione di tutti i modelli, introducendo un altro capolavoro, la [[400]]. Benché il modello fosse completamente nuovo sul piano stilistico,<ref>pare però che esistano negli archivi della [[Pelikan]] delle foto di disegni preliminari di un modello sostanzialmente identico alla [[400]] antecedenti il periodo bellico.</ref> la parte tecnica riprendeva il progetto classico delle precedenti penne, con il [[caricamento a stantuffo]], un serbatoio trasparente coperto da una fascia decorativa (stavolta in celluloide striata) e la ''[[washer clip|clip a rondella]]'' bloccata da una testina realizzata in metallo dorato, ma con un inserto in celluloide con inciso il logo dell'azienda. La penna, con la nuova clip a forma di becco di pellicano e le striature verticali del corpo divenne uno dei simboli dello stile modernista del dopoguerra, ottenendo un enorme successo. |
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− | La [[400]] venne realizzata in diversi colori, i principali dei quali sono lo striato verde, lo striato nero e lo striato grigio con cappuccio, fondello e sezione neri e lo striato tartaruga con cappuccio, fondello e sezione marroni. A questi si aggiunge anche un più raro striato verde con cappuccio, sezione e fondello color verde scuro. Di questi colori di gran lunga il più comune è il verde e nero, che riprende la tradizionale combinazione di colori che contraddistingue la [[Pelikan]] almeno quanto il suo logo. Sono noti poi altri colori, per lo più per cappuccio e fondello, ma anche per la sommità del cappuccio che reca il logo. | + | La [[Pelikan 400|400]] venne realizzata in diversi colori, i principali dei quali sono lo striato verde, lo striato nero e lo striato grigio con cappuccio, fondello e sezione neri e lo striato tartaruga con cappuccio, fondello e sezione marroni. A questi si aggiunge anche un più raro striato verde con cappuccio, sezione e fondello color verde scuro. Di questi colori di gran lunga il più comune è il verde e nero, che riprende la tradizionale combinazione di colori che contraddistingue la [[Pelikan]] almeno quanto il suo logo. Sono noti poi altri colori, per lo più per cappuccio e fondello, ma anche per la sommità del cappuccio che reca il logo. |
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− | [[Image:400-Green-Open.jpg|thumb|Una [[Pelikan 400]].]] | + | [[File:Pelikan-400-BlackCapGreenStripes-NewNib-Open.jpg|thumb|Una [[Pelikan 400]].]] |
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− | Insieme alla [[400]] vennero introdotte anche delle versioni di lusso della stessa penna, come la [[400|500]] con il cappuccio in metallo placcato oro, la [[400|520]] con cappuccio e corpo placcato oro, la [[400|600]] con il cappuccio in oro e la [[400|700]] completamente in oro. | + | Insieme alla [[Pelikan 400|400]] vennero introdotte anche delle versioni di lusso della stessa penna, come la [[Pelikan 400|500]] con il cappuccio in metallo placcato oro, la [[Pelikan 400|520]] con cappuccio e corpo placcato oro, la [[Pelikan 400|600]] con il cappuccio in oro e la [[Pelikan 400|700]] completamente in oro. |
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− | Nel [[1953]] la [[Ibis]] venne sostituita da un nuovo modello economico denominato [[Pelikan 140|140]], di forma più affusolata e dimensioni leggermente inferiori, con la stessa clip della [[400]]. La penna venne prodotta sia in celluloide nel tradizionale striato verde e nero, che in una serie di versioni in resina plastica a tinta unita, le più comuni delle quali sono il nero ed il verde scuro. A queste si aggiungono il rosso bordeaux, il grigio scuro e il blu scuro ed altre versioni molto rare con cappuccio tartaruga o madreperla. | + | Nel [[1953]] la [[Ibis]] venne sostituita da un nuovo modello economico denominato [[Pelikan 140|140]], di forma più affusolata e dimensioni leggermente inferiori, con la stessa clip della [[Pelikan 400|400]]. La penna venne prodotta sia in celluloide nel tradizionale striato verde e nero, che in una serie di versioni in resina plastica a tinta unita, le più comuni delle quali sono il nero ed il verde scuro. A queste si aggiungono il rosso bordeaux, il grigio scuro e il blu scuro ed altre versioni molto rare con cappuccio tartaruga o madreperla. |
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− | Alla fine del [[1955]] la [[400]] subì una leggera ristilizzazione, la penna venne leggermente allungata ed il fondello reso più affusolato, dando vita al modello [[400|400N]], i colori e le varianti di lusso ([[400|500N]], | + | Alla fine del [[1955]] la [[Pelikan 400|400]] subì una leggera ristilizzazione, la penna venne leggermente allungata ed il fondello reso più affusolato, dando vita al modello [[Pelikan 400|400N]], i colori e le varianti di lusso ([[Pelikan 400|500N]], [[Pelikan 400|520N]], [[Pelikan 400|600N]] e [[Pelikan 400|700N]]) restarono comunque gli stessi.<ref>di nuovo per questa data e per quella dell'introduzione della [[Pelikan 400|400NN]] si fa riferimento a quanto riportato da Dittmer e Lehman nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', vedi anche [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?s=c211becf70d7be67c8b792ecb6d8a459&showtopic=59368 questa discussione].</ref> Lo stesso anno venne introdotto anche il modello per studenti [[120]], una versione meno rifinita della [[Pelikan 140|140]] con pennino in acciaio nelle sole misure F, B e M e prodotta esclusivamente in plastica verde con cappuccio e fondello neri. |
− | [[400|520N]], [[400|600N]] e [[400|700N]]) restarono comunque gli stessi.<ref>di nuovo per questa data e per quella dell'introduzione della [[400|400NN]] si fa riferimento a quanto riportato da Dittmer e Lehman nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', vedi anche [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?s=c211becf70d7be67c8b792ecb6d8a459&showtopic=59368].</ref> Lo stesso anno venne introdotto anche il modello per studenti [[120]], una versione meno rifinita della [[140]] con pennino in acciaio nelle sole misure F, B e M e prodotta esclusivamente in plastica verde con cappuccio e fondello neri. | |
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− | Nel [[1956]], dopo poco neanche un anno, la [[400|400N]] subì un ulteriore aggiornamento e la [[Pelikan]] introdusse la nuova [[400|400NN]], il corpo era sempre lo stesso ma la penna diventò più lunga e più snella, con una forma affusolata simile a quella della [[140]] per cappuccio e fondello (il fondello è sostanzialmente identico). La clip inoltre diventò un blocco unico con la testa del cappuccio. Anche in questo caso oltre al modello base vennero aggiornate anche le versioni di lusso ([[400|500NN]], [[400|520NN]], [[400|600NN]] e [[400|700NN]]). | + | Nel [[1956]], dopo poco neanche un anno, la [[Pelikan 400|400N]] subì un ulteriore aggiornamento e la [[Pelikan]] introdusse la nuova [[Pelikan 400|400NN]], il corpo era sempre lo stesso ma la penna diventò più lunga e più snella, con una forma affusolata simile a quella della [[140]] per cappuccio e fondello (il fondello è sostanzialmente identico). La clip inoltre diventò un blocco unico con la testa del cappuccio. Anche in questo caso oltre al modello base vennero aggiornate anche le versioni di lusso ([[Pelikan 400|500NN]], [[Pelikan 400|520NN]], [[Pelikan 400|600NN]] e [[Pelikan 400|700NN]]). |
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− | Alla fine degli anni '50 la diffusione delle penne a sfera iniziò a pesare sul mercato, insieme alle nuove tendenze stilistiche lanciate dalla [[Parker]] con la [[51]], la risposta della [[Pelikan]] fu la [[P1]] introdotta nel [[1957]], un modello realizzato in plastica a stampo molto simile nelle forme alla [[61]] ma con [[caricamento a stantuffo]] ed oblò trasparenti sul corpo per la visualizzazione dell'inchiostro. La penna però non ebbe in gran successo e venne ritirata dopo pochi anni. Nel [[1960]] (o [[1959]]) venne introdotto il modello [[Pelikano]], una penna per studenti con cappuccio in metallo leggero (chiamato ''Silvexa'') e con pennino coperto o semicoperto in acciaio e corpo blu o rosso. | + | Alla fine degli anni '50 la diffusione delle penne a sfera iniziò a pesare sul mercato, insieme alle nuove tendenze stilistiche lanciate dalla [[Parker]] con la [[Parker 51|51]], la risposta della [[Pelikan]] fu la [[Pelikan P1|P1]] introdotta nel [[1957]], un modello realizzato in plastica a stampo molto simile nelle forme alla [[61]] ma con [[caricamento a stantuffo]] ed oblò trasparenti sul corpo per la visualizzazione dell'inchiostro. La penna però non ebbe in gran successo e venne ritirata dopo pochi anni. Nel [[1960]] (o [[1959]]) venne introdotto il modello [[Pelikano]], una penna per studenti con cappuccio in metallo leggero (chiamato ''[[Silvexa]]'') e con pennino coperto o semicoperto in acciaio e corpo blu o rosso. |
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− | Negli anni '60 come tutti gli altri produttori la [[Pelikan]] iniziò a subire un periodo di forti difficoltà, e ci fu un cambio al vertice con il controllo che passò dalla famiglia Beindorff ad una gestione esterna. L'azienda cerco di espandersi differenziando i prodotti e cercando nuovi mercati, senza grossi successi, trovandosi in gravi difficoltà finanziarie a partire dagli anni '80, in seguito l'azienda venne trasformata in società per azioni vedendo diversi cambi di gestione. In quel periodo la [[Pelikan]] cercò di concentrarsi sul suo mercato tradizionale riprendendo la produzione della [[400]] che nonostante tutti gli anni passati ebbe un buon successo. Da allora l'azienda ha continuato a produrre stilografiche, sia nella forma di riedizioni dei modelli del passato e penne di lusso, che con nuovi modelli anche di fascia economica. | + | Negli anni '60 come tutti gli altri produttori la [[Pelikan]] iniziò a subire un periodo di forti difficoltà, e ci fu un cambio al vertice con il controllo che passò dalla famiglia Beindorff ad una gestione esterna. L'azienda cerco di espandersi differenziando i prodotti e cercando nuovi mercati, senza grossi successi, trovandosi in gravi difficoltà finanziarie a partire dagli anni '80, in seguito l'azienda venne trasformata in società per azioni vedendo diversi cambi di gestione. In quel periodo la [[Pelikan]] cercò di concentrarsi sul suo mercato tradizionale riprendendo la produzione della [[Pelikan 400|400]] che nonostante tutti gli anni passati ebbe un buon successo. Da allora l'azienda ha continuato a produrre stilografiche, sia nella forma di riedizioni dei modelli del passato e penne di lusso, che con nuovi modelli anche di fascia economica. |
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| {{CronoMarca|Pelikan}} | | {{CronoMarca|Pelikan}} |
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| ==Riferimenti esterni== | | ==Riferimenti esterni== |
− | * [http://www.pelikan-guide.com/ Sito] di Martin Leheman, autore di ''Pelikan Schreibgeräte'' | + | * [http://www.pelikan-guide.com/] Sito di Martin Leheman, autore di ''Pelikan Schreibgeräte'' |
− | * [http://www.ruettinger-web.de/e-index.html Sito] di un collezionista, molte informazioni | + | * [http://www.ruettinger-web.de/e-index.html] Sito di un collezionista, molte informazioni |
− | * [http://www.thepenguinpen.com/history/history.html Storia] della [[Pelikan]] centrata sulla produzione di stilografiche | + | * [https://web.archive.org/web/20100812112623/http://www.thepenguinpen.com:80/history/history.html] Storia della [[Pelikan]] centrata sulla produzione di stilografiche |
− | * [http://fountainpenboard.com/forum/index.php?/topic/4422-pelikan-100n-magnum/ Discussione] sulla produzione portoghese con note storiche di grande interesse | + | * [http://fountainpenboard.com/forum/index.php?/topic/4422-pelikan-100n-magnum/] Discussione sulla produzione portoghese con note storiche di grande interesse |
− | * [http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=368 Articolo] dell'autore della storia precedente, I parte | + | * [https://web.archive.org/web/20130616224040/http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=368] Articolo di Rick Propas, I parte |
− | * [http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=372 Articolo] dell'autore della storia precedente, II parte | + | * [https://web.archive.org/web/20130617013655/http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=372] Articolo di Rick Propas, II parte |
− | * [http://www.penexchange.de/english/sites/klassiker/klassiker.html Serie di articoli] su modelli classici tedeschi, fra cui molti modelli [[Pelikan]] | + | * [http://www.penexchange.de/english/sites/klassiker/klassiker.html] Serie di articoli su modelli classici tedeschi, fra cui molti modelli [[Pelikan]] |
− | * [http://www.penbid.com/Auction/showarticle.asp?art_id=12 Articolo] sulla [[Pelikan]] | + | * [https://web.archive.org/web/20090326120958/http://www.penbid.com/Auction/showarticle.asp?art_id=12] Articolo sulla [[Pelikan]] |
− | * [http://www.rickconner.net/penoply/pel.0.html Altro articolo] sulla [[Pelikan]] | + | * [https://web.archive.org/web/20170313165906/http://www.rickconner.net/penoply/pel.0.html] Altro articolo sulla [[Pelikan]] |
− | * [http://www.pelikan.com/pulse/vfs-public/pdf/EN/press/Historie_e_412.pdf Una storia] dell'azienda, fatta dall'azienda stessa, in inglese | + | * [http://www.pelikan.com/pulse/vfs-public/pdf/EN/press/Historie_e_412.pdf] Una storia dell'azienda, fatta dall'azienda stessa, in inglese |
− | * [http://www.pelikan.com/pulse/vfs-public/pdf/IT/storia_pelikan.pdf Una storia] dell'azienda, fatta dall'azienda stessa, in italiano | + | * [http://www.pelikan.com/pulse/vfs-public/pdf/IT/storia_pelikan.pdf] Una storia dell'azienda, fatta dall'azienda stessa, in italiano |
− | * [http://www.levenger.com/levenger/PenHistories/History1_PEL.asp Un'altra storia] della [[Pelikan]] | + | * [https://web.archive.org/web/20120427065902/http://www.levenger.com:80/levenger/PenHistories/History1_PEL.asp] Un'altra storia della [[Pelikan]] |
| + | * [https://www.rothemel.de/en/Pelikan/Company-History/index.html] Una buona cronologia |
| ==Note== | | ==Note== |
| <references/> | | <references/> |
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− | [[Category:Marche]]
| + | {{CategorizeBrand|Germania}} |
− | [[Category:Germania]]
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