Differenze tra le versioni di "Produttori minori europei"
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Le notizie raccolte in questa pagina sono estremamente frammentarie ed imprecise. Esse infatti sono il risultato di ricerche su internet relative a produttori minori di stilografiche europee (principalmente tedesche, inglesi e francesi) su cui ci sono poche informazioni. Ho cercato di riassumere quanto mi pareva si potesse ricavare dai dati disponibili, spesso fra loro contraddittori, trovati in documentazione, testi e pagine web.
Astoria
La Astoria venne fondata nel 1921 ad Amburgo da Georg Ilgner, che fino ad allora era stato il direttore della produzione della Montblanc. Questi, con il supporto finanziario di Herman Dietzel, Sigmund Popper e Wilhelm Frings lasciò la Montblanc per mettersi in proprio. La Astoria iniziò a produrre penne rientranti di ottima qualità, molto simili a quelle della Montblanc. Anche il logo dell'azienda, costituito da un cerchio suddiviso in quattro spicchi di colore alternato bianco e nero richiama molto, se non altro per il contrasto di colore bianco e nero, quello dell'azienda da cui Ilgner proveniva.
Oltre alle rientranti la Astoria produsse anche delle penne con caricamento a levetta ed un buon numero di penne rivestite di buona qualità, con rivestimenti in oro e argento. L'azienda, come risulta da questo annuncio, produsse anche utilizzando i marchi Academia e Eminent. L'azienda subì una crisi finanziaria all'inizio degli anni '30, e nel 1932 venne riacquistata dalla Montblanc che mantenne la produzione di penne con questo marchio fino al 1936, almeno per quanto riguarda la produzione principale in Germania.
Le penne a marchio Astoria prodotte in questo periodo risultano essere della migliore qualità, tanto che molto spesso vengono considerate alla stessa stregua delle Montblanc, di cui erroneamente (almeno per i modelli precedenti il 1932) viene considerata una sottomarca. Essendo stata attiva sul mercato per pochi anni i modelli sono piuttosto rari e hanno quindi un notevole valore collezionistico.
Nonostante sia riportata dai più una dismissione del marchio nel 1936, ci sono comunque evidenze di una prosecuzione della produzione a marchio Astoria anche in un periodo successivo, come si può evincere dalla foto della penna mostrata a fianco, che mostra il design tipico dei pennini carenati degli anni '60.
Nel caso specifico si tratta di una penna marcata Astoria ritrovata in Finlandia[1] e dotata di un libretto di istruzioni della Montblanc relativo ai modelli degli anni '60.
Non è chiaro se in questo caso l'uso del marchio Astoria sia stato utilizzato per una produzione generica di penne economiche di seconda fascia come sotto-marca della Montblanc, o si tratti piuttosto di una produzione originale ma rivolta ad alcuni mercati esteri selezionati (nel caso il Nord Europa).
Riferimenti esterni
Blackbird
Il marchio Blackbird venne introdotto dalla Swan prima del 1914,[2] per contraddistinguere la sua produzione economica. Le penne, oltre che dal nome, erano contraddistinte, come le versioni del marchio principale, dal logo stilizzato dell'uccello da cui derivano il nome (nel caso il merlo).
In genere le Blackbird ricalcano i modelli usati dal marchio principale, di cui condividono la numerazione dei colori e parte dello schema di numerazione contraddistinti però dal prefisso BB, ed almeno inizialmente, dall'uso del solo numero corrispondente al pennino. In genere si tratta di penne prodotte con il più semplice dei sistemi di caricamento disponibili (per lo più caricamento a levetta) anche se in parallelo al modello Visofil venne introdotto anche un modello Blackbird Topfiller con un caricamento analogo (vedi brevetto nº GB-514513).
Lo stesso marchio pare sia stato utilizzato (come Le Merle) per la produzione destinata al mercato francese. Esiste anche[3] una denominazione diversa essendo stato ritrovato su un esemplare riportante l'incisione: LE MERLE BLANC, MADE BY THE "SWAN" PEN PEOPLE, FABRIQUE EN ANGLETERRE, inoltre lo stesso nome, Merle Blanc compare anche nella pubblicità a fianco.
Riferimenti esterni
- [3] Articolo sulla storia del marchio
- [4] Discussione su FPN
- [5] Articolo su uno specifico modello
- [6] Articolo su uno specifico modello
Cameron
Le origini dell'azienda si fanno risalire all'attività di Nisbet Macniven che nel 1770 fondò una fabbrica a Balerno, nei dintorni di Edinburgo, città in cui venne trasferita l'attività, relativa alla produzione di materiale di cancelleria, nel 1788. Nel 1840 John e Donald Cameron si aggiunsero all'azienda che diventò la Macniven & Cameron Ltd. A Duncan Cameron si attribuisce la ideazione del pennino Waverley prodotto dalla Gillott a partire dal 1864 ed all'incirca fino alla metà degli anni '70 del 19° secolo. L'azienda acquisì una fabbrica a Birmingham nel 1900 continuando a produrre pennini ed operando nel ramo dei prodotti di cancelleria fino alla chiusura di detto stabilimento avvenuta nel 1964.
L'azienda entrò nel mercato delle stilografiche agli inizi del 1900 (almeno dal 1907, come testimoniato da questa pubblicità sullo Strand Magazine) riproponendo una stilografica con pennino Waverley coperta da un brevetto, nº GB-190708313, dello stesso anno, e denominata appunto "Waverley Fountain Pen". Dalla solita pubblicità si evince la presenza di una sede principale a Londra con filiali a Glasgow, Edimburgo e Parigi.[4]
L'azienda iniziò a commercializzare penne con il proprio nome a partire all'incirca dal 1916, come testimoniato dalla pubblicità a fianco, con l'invenzione di un particolare sistema di caricamento a pinzetta (brevetto nº GB-101241 dello stesso anno), che vennero chiamate "Cameron Safety Self Filler". Queste penne vennero realizzate in diverse dimensioni, e, riprendendo la caratteristica delle precedenti "Waverley Fountain Pen" erano anche caratterizzate dalla possibilità di montarci diverse varianti di pennini speciali derivati direttamente dagli equivalenti diffusi nel mondo dei pennini da intinzione.
Le stesse penne erano distribuite in Francia alla fine della prima guerra mondiale con il nome S.A.R. Cameron (dove comunque S.A.R. non è altro che l'acronimo di Safety Auto Remplissage) da Kirbie, Bird and C. con sede in Rue Auber, 5 a Parigi. L'azienda pare rimasta attiva fino al 1964, anche se viene riportata una fine della produzione precedente.
Riferimenti esterni
- [7] Pagina sull'azienda su Wikipedia
- [8] Pagina sull'azienda su Grace Guide
- [9] Pagina sull'azienda, scomparsa dal sito attuale
- [10] Link irraggiungibile sul sito dismesso di Kamakura Pens, resta per riferimento
Fend
La Fend venne fondata nel 1900[5] ed è nota per le lavorazioni in metallo. Dati precisi sull'origine non sono noti, ma l'azienda aveva sede a Pforzheim ed in un brevetto (nº CH-24220) del 1901 sono citati Georg Fend e Karl Fend che assumeremo come fondatori. L'azienda è nota per la produzione di penne con rivestimenti in metallo laminato oro o in argento di alta qualità, che vennero usati anche da altri produttori per il loro modelli. Si ritiene anche che sia il produttore della maggior parte dei rivestimenti usati da Montblanc negli anni '20 e '30.
L'azienda è però molto più nota per la sua produzione di matite meccaniche capaci di mantenere ed utilizzare diverse mine di diversi colori, commercializzate con il marchio Norma, di cui esistono molteplici pubblicità, come quelle riportate sotto. All'incirca nella seconda metà degli anni '20[6] fondò una filiale estera a Milano (sotto il nome "Fratelli Fend di E. Fend") nota per la produzione di laminate e rientranti di buona qualità (l'azienda era specializzata nella produzione di rivestimenti) che venivano distribuite con il marchio Fendograph. Fra i modelli conosciuti c'è la Fend Norma dal particolare pennino conico.
Sempre negli anni '30 era presente con il marchio Norma negli Stati Uniti, la Norma Multicolor, Inc., New York, NY, dove rimase attiva fino al 1967, è stato ipotizzato che si trattasse anche in questo caso di una filiale della Fend tedesca, ma l'ipotesi più accreditata è che si tratti di una azienda completamente diversa nata negli Stati Uniti. Negli anni '50 produsse modelli costruiti completamente in metallo. La Norma Multicolor cessò le attività nel 1971.
Riferimenti esterni
Geha
L'azienda venne fondata nel 1918 ad Hannover da Heinrich e Conrad Hartmann, il nome è l'abbreviazione di Gebrüder-Hartmann (fratelli Hartmann).[7] L'azienda nacque come rivenditore, specializzandosi poi nella produzione di materiale da cartoleria, in particolare carta, blocchi, carte copiative nastri, diventando negli anni '20 uno dei leader di mercato nella vendite postali di cancelleria.
La Geha entrò nel mercato delle penne stilografiche nel 1950, con la produzione di penne economiche rivolte al mercato studentesco, denominate Regent, e caratterizzata da una veretta con il logo dell'azienda. La caratteristica distintiva delle penne della Geha era l'uso di un caricamento a stantuffo equipaggiato con uno speciale serbatoio di inchiostro (vedi i brevetti nº GB-666830 e nº DE-958812) che consentiva di mantenere una riserva di emergenza, utilizzabile spingendo un pernietto posto sotto l'alimentatore.
Nel 1957 la produzione venne riorganizzata, venne tolta la veretta con il logo, passando ad un semplice anello sul bordo cappuccio, ed introducendo una classificazione di fascia di prezzo in base al numero di anelli posti sopra il cappuccio. Le penne erano comunque identificate, come per le precedenti Regent da un codice numerico di tre cifre, e per lo più denominate Geha-Schulfüller.
A partire dal 1962 vennero prodotti modelli con pennino intarsiato (brevetto nº DE-1161500) simili a quelli della PFM della Sheaffer, denominati Goldschwinge. Nel prosieguo degli anni '60 vennero prodotte diverse varianti, e linee più economiche di penne a pennino carenato. Resta come distintivo il sistema di caricamento a stantuffo con il meccanismo della riserva di inchiostro. A partire dal 1961 vennero anche introdotti dei modelli con caricamento a cartuccia, mantenendo la riserva di inchiostro grazie all'uso di due cartucce separate (vedi brevetto nº DE-1215025) come per la Duo-Cart dell'Aurora.
Negli anni '70 la produzione di stilografiche venne sempre più orientata alle linee economiche per gli studenti, restando comunque marginale nelle attività dell'azienda che dal 1972 si specializzò in macchine copiatrici e lavagne luminose. Nel 1990 la Geha venne acquisita dalla Pelikan, restando comunque una produzione di penne con marchio proprio, all'interno di quella della Pelikan.
Riferimenti esterni
- [14] Pagina di Wikipedia Germania sull'azienda
- [15] Breve storia sul sito aziendale
- [16] Sito dedicato all'azienda (in Tedesco)
Gold Starry
Le origini della Gold Starry] si fanno risalire al 1909 quando Maurice Jandelle iniziò la commercializzazione in Francia con il marchio Gold Star di penne della Conway Stewart. Questo marchio però era già stato depositato per cui nel 1912 venne trasformato in Gold Starry, con una scelta che rimarcava le origini inglesi delle penne, che vennero commercializzate fino al 1919. Le prime penne commercializzate dalla Gold Starry erano delle rientranti in ebanite nera o marmorizzata. I primi modelli, introdotti all'incirca nel 1913, erano stilografiche a contagocce o safety, identificate da due cifre (modelli 36 e 39), che indicavano il prezzo in franchi.
All'inizio degli anni '20 Paul Jeanvrin e André Petit iniziarono una produzione di stilografiche in un padiglione alla periferia di Parigi. Nel 1921 i due si associarono a Maurice Jandelle e la Gold Starry venne fondata come azienda a capitale totalmente francese, iniziando la produzione in proprio di proprie stilografiche e cessando l'importazione della produzione inglese. Con la fabbricazione in Francia l'azienda adottò lo slogan "le stylo qui marche", ad indicare sia il dinamismo che l'affidabilità delle proprie penne.
Le prime penne erano con pennini in oro e corpo in ebanite nera o marmorizzata, e con caricamento a contagocce e senza fermaglio. Nel 1925 vennero introdotti i modelli 256 e 257 con caricamento safety, caratterizzati dal marchio di fabbrica costituito da una stella, dall'incisione Manifacture Francaise sul corpo e da delle verette punteggiate sulla cima del cappuccio. Le penne erano sempre senza clip, che venne introdotta sul successivo modello 254. Di questo periodo (illustrato in un articolo del dicembre 1925) è anche la produzione di una particolarissima rientrante con caricamento a depressione che testimonia ancora dei legami con il mondo inglese (il brevetto usato, nº FR-574169, è inglese, creato da una persona che aveva lavorato per la Lang). Nel 1927 venne introdotto un modello con caricamento a levetta.
La Gold Starry fu una delle primi ditte francesi ad utilizzare la celluloide ottenendo penne colorate di ottima qualità con colori vivaci, dotate di finiture placcate e pennini in oro, in grado di competere con le penne americane di importazione. Nel 1929 circa i modelli precedenti vennero dismessi e venne lanciata una nuova gamma in celluloide nei colori nero, rosso e nero marmorizzato, blu lapislazzulo, rosso cardinale, verde giada e diaspro. Vennero inoltre realizzate penne in oro massiccio.
Nel 1929,[8] con la ricerca di un sistema di riempimento che consentisse una maggiore capacità di inchiostro, venne prodotto un particolare modello, la Rapex, con un originale sistema (vedi brevetto nº FR-691384) pilotato dalla rotazione del fondello. La penna ebbe poco successo per la delicatezza del sistema, ed è pertanto piuttosto rara. Nel 1933 a Maurice Jandelle subentrò M. Perouse, un dirigente della ditta Viala Lilliput che produceva penne di lusso in oro e argento smaltato, che vennero realizzate anche dalla Gold Starry. Inoltre con l'affermarsi dello stile streamlined introdotto dalla Balance negli anni '30 anche la produzione della Gold Starry passò dalle forme squadrate degli anni '20 a linee affusolate. Restava distintivo del marchio la clip, di forma scalettata e terminante a freccia.
Durante la guerra l'azienda subì le ovvie difficoltà affrontate anche da tutte le concorrenti, con forse l'aggravante di dover sostenere un marchio anglofono. Nel dopoguerra la produzione venne aumentata, a scapito purtroppo della qualità, che rimase comunque accettabile, ma non all'altezza del periodo migliore dell'azienda. Come gli altri produttori la Gold Starry subì pesantemente la crisi dovuta all'introduzione della penna a sfera, a cui cercò di reagire con la costruzione di stilografiche con caricamento a cartuccia e partecipando nel 1959 al consorzio per la produzione della Visor Pen.
La Gold Starry riuscì ad andare avanti e a superare il periodo di crisi con la differenziazione della produzione, lanciandosi sul mercato degli accessori da ufficio di lusso (con calendari, regoli, tagliacarte) prodotti in metallo placcato oro. Inoltre una linea di penne a sfera di lusso, sempre in metallo placcato, riscosse un notevole successo. L'azienda però subì pesantemente gli effetti dovuti al blocco imposto sul prezzo dell'oro, che quando cessò rese troppo cari i suoi prodotti, mandandola fuori mercato. Nonostante tutti gli sforzi nel 1980 la Gold Starry chiuse definitivamente i battenti.
Riferimenti esterni
- [17] Pagina sull'azienda in un sito dismesso
- [18] Pagina sull'azienda in un sito dismesso
- [19] Informazioni sul sito sulla storia di Saint-Leu-la-Forêt
Goldfink
Il marchio Goldfink è rimasto sul mercato all'incirca dal 1910 al 1960; non si tratta di una azienda produttrice di stilografiche, quanto della produzione fatta realizzare da una grossa catena di negozi di cancelleria, con sede centrale a Berlino in Friedrichstraße 77, una delle principali vie del centro.
La produzione più antica è costituita da modelli safety di ottima qualità paragonabile a quella della Montblanc; negli anni '30 un catalogo permette di avere riferimenti ad una serie di modelli: Wunderfüller, caratterizzato da un particolare caricamento a pulsante di fondo, in cui quest'ultimo era azionato dalla rotazione del fondello; Standard (Sechskantkopf) con caricamento safety e cappuccio con testina ottagonale sagomata; Alexander, con caricamento safety ed estremità arrotondate secondo lo stile tedesco; Liebling con caricamento a pulsante di fondo, Druckfüller con caricamento a pulsante di fondo. Oltre a questi l'azienda produceva modelli di lusso con rivestimento in metalli preziosi (argento ed oro massiccio), e matite meccaniche.
La Goldfink, che arrivò ad aprire a Berlino fino a sette negozi, ebbe il suo apice negli anni '30, nel periodo di massimo splendore della capitale tedesca, divenendo uno dei principali produttori tedeschi di materiale da cancelleria; per quanto riguarda la produzione delle penne le varie parti erano realizzate dalla Melbi di Odenwald, dalla Columbus di Fürth e dalla Fend di Pforzheim. Di questo periodo è la creazione del sistema Doppeltank, a doppio serbatoio. Dopo la guerra con la divisione della Germania e la perdita di rilevanza della capitale, anche l'azienda subì un declino, anche se il negozio Goldfink restò ancora in attività. Il marchio è stato recentemente riportato in vita per una produzione di penne artigianale.
Riferimenti esterni
- [20] Pagina di Wikipedia Germania
- [21] Articoli da un blog, fermo da anni
- [22] Vecchio sito ormai dismesso
Haro
La Haro venne fondata nel 1926 da Hans Roggenbuck (dalle lettere iniziali del quale deriva il proprio nome) nel distretto di Pomerania a Frömsdorf. In seguito la produzione venne trasferita a Frankenstein. La produzione era centrata su penne di fascia economica dotate per lo più di pennino in vetro. Non è chiaro se questo sia stato introdotto per primo da questa azienda, o dalla Spors creata negli Stati Uniti dal cugino, o abbia altre origini, ma si tratta certamente del tratto distintivo della produzione di questa azienda.
La produzione della Haro ebbe un discreto successo grazie al pennino in vetro, soprattutto per la caratteristica, ampiamente pubblicizzata dall'azienda, di consentire la scrittura anche su strati multipli di carta carbone. Il pennino inoltre era resistente alla corrosione dell'inchiostro e costava molto poco, rendendo la penna economica. Lo svantaggio principale restava comunque, oltre la fragilità meccanica, quello di un consumo della punta molto più rapido, oltre ovviamente alla rigidità della scrittura.
Le prime stilografiche prodotte erano delle safety in ebanite, di forma sottile e diritta, in due misure contraddistinte dalla iscrizione Haro I o Haro II sul corpo. Per la produzione successiva, venne usato il caricamento a levetta o quello a pulsante di fondo. Nel 1937 la Haro, una delle prime aziende a lanciarsi nel mercato della produzione economica, dette vita alla pubblicazione di un giornale chiamato Haro-Winkle. In questo periodo la produzione effettuata in celluloide colorata (blu, verde e perla striato nero) utilizzando il caricamento a stantuffo.
Dopo la seconda guerra mondiale la Slesia fu occupata dall'esercito russo e nel 1946 Hans Roggenbuck venne espulso dalla Germania Est, andando ad abitare a Bad Merghentheim dove riprese l'attività con una azienda di riparazioni di stilografiche, ma nel 1948 rifondò una fabbrica a Regensburg, riprendendo la produzione di stilografiche con pennino in vetro, a cui vennero affiancati anche pennini ordinari in acciaio ed oro e passando all'uso di resine plastiche.
Avendo previsto gli effetti del successo della penna a sfera negli anni '50 la Haro cambiò settore di mercato, concentrandosi sulla produzione di carta e articoli di cancelleria. L'azienda esiste ancora ed è gestita dai figli del fondatore.
Riferimenti esterni
JiF
La JiF (più precisamente la "Jif - Société Anonyme") venne fondata da Jules Isidore Fagard nel 1926 circa[9] e viene spesso indicata come filiale semi indipendente della Waterman in Francia, ma la relazione di Fagard con la Waterman, di cui era rappresentante, è databile almeno al 1921, come testimoniato da questa pubblicità. In realtà, almeno da quanto emerge dalle pubblicità pubblicate su L'Illustration si trattava comunque di una azienda indipendente in grado di eseguire produzione proprie almeno per quanto riguarda le matite meccaniche, che anche quando abbinate a penne Waterman vengono chiamate esplicitamente con il nome Jif.
Con la morte di Jules Isidore Fagard nel 1932 la direzione dell'azienda è passata nelle mani di sua moglie, nominata sempre come "madame Jules Fagard", ma che in realtà si chiamava Alice e la ditta divenne la "A. J. Fagard & Cie", come anche segnato nei punzoni in oro "AJF". Il marchio commerciale è rimasto "JiF". Nel 1964 la direzione passò all figlia Elsa Le Foyer, e la ditta divenne per un breve periodo la "Le Foyer & Cie - Jif Waterman". Dal 1969 l'azienda, che era in difficoltà, venne diretta da Francine Gomez (nipote del fondatore), che nel 1971 acquisì da Bic il marchio Waterman che ne risollevò le sorti rivendendola alla Gilette nel 1986.
Nel 1937[10] l'azienda mette in commercio, per conto della Waterman una variante della Waterman 32 con caricamento a cartuccia, dando inizio ad uno sviluppo tecnologico che porterà diversi anni più tardi alla creazione della Waterman CF.
Da finire (e approfondire).
Riferimenti esterni
- [25] Articolo sulle Waterman a cartuccia prodotte dalla Jif
- [26] Sezione storica del sito della ditta
- [27] Discussione sul forum relativa alla dinastia femminile che ha gestito l'azienda
Luxor
La Luxor venne fondata nel 1925 a Heidelberg da Heinrich Hebborn. La giovane età gli evitò la partecipazione diretta alla prima guerra mondiale, ed iniziò a lavorare molto presto in una cartiera finché intorno al 1921 conobbe ad Heidelberg Rudolph Weber, socio di riferimento della Kaweco, con la quale iniziò a collaborare diventando responsabile della filiale di Colonia. Nel 1925 si associò ad un commerciante di origini ebraiche, Leo Boettigheimer (che morirà poi nel campo di Auschwitz nel 1943) e ad un venditore Kaweco, Heinrich Schlicksupp. I tre insieme dettero vita alla H. Hebborn & Co..
Benché il nome ufficiale dell'azienda sia H. Hebborn & Co. essa è universalmente nota con il nome del suo marchio principale: Luxor; oltre a questo, mantenendo una ispirazione ai temi dell'antico Egitto, venne usato come marchio secondario anche Sphinx. Nel 1938 la ditta spostò gli impianti produttivi a Colonia.
Nel 1935 l'azienda inventò un sistema di caricamento a stantuffo telescopico (brevetto nº AT-149872) con due sezioni concentriche che consentiva di ottenere un meccanismo molto più corto con conseguente maggior spazio per il serbatoio dell'inchiostro. Il meccanismo venne montato su un modello denominato Teleskop, e pare che sia lo stesso che in seguito venne adottato anche dalla molto più nota Montblanc per i suoi modelli di punta delle serie 130 e 140.
Altri nomi noti di modelli prodotti dall'azienda sono i seguenti: Visible, Grandvisible ...
Le attività della Luxor terminarono intorno agli anni '70 con la acquisizione da parte della filiale tedesca della Parker, ed oggi il marchio non esiste più.
Riferimenti esterni
- [28] Discussione su FPN
- [29] Presentazione sul forum di una Grandvisible
- [30] Presentazione sul forum di una Visible
- [31] Presentazione sul forum di una Luxor 71
Mars Staedtler
La Staedtler venne fondata come azienda da Johann Sebastian Staedtler nel 1835 che dette avvio ad una produzione industriale di matite nella città di Norimberga, trasformando in vera e propria fabbrica il negozio di famiglia fondato nel 1662 da Friedrich Staedtler, pioniere nella attività di produzione di matite. L'azienda realizzò molte innovazioni nella realizzazione di matite e pastelli diventando in breve uno dei principali e più noti produttori della Germania e nel mondo intero, espandendosi rapidamente con sedi a Parigi e Londra.
Il marchio Minerva venne registrato nel 1895, e nel 1898 l'azienda si spostò nel distretto di Johannis. Nel 1900 l'azienda dette vita al marchio Mars con il quale i suoi prodotti sono tuttora noti. A questo venne aggiunto nel 1901 il marchio Noris. Le attività si espansero alla produzioni di altri strumenti di scrittura tanto che nel 1937 l'azienda venne rinominata in Mars Pencil and Fountain Pen Factory.
Oggi l'azienda è nota principalmente per la sua produzione di materiali per il disegno tecnico ed artistico, come matite, mine, e più recentemente penne per il disegno tecnico, sfere, roller e quant'altro attiene alla cancelleria. Per un certo periodo fra gli anni '30 e '40 ha prodotto anche delle penne stilografiche di discreta qualità (è noto in particolare il modello Staedtler Luna), non sono noti molti dettagli sull'inizio della produzione, anche se queste pubblicità consentono di ipotizzarne l'inizio nel 1932. Non ci sono molte informazioni sui vari modelli prodotti. La produzione si è protratta anche nel dopoguerra con penne economiche in resina plastica e a pennino coperto.
Il target principale dell'azienda restò comunque quello della produzione di massa, sia di matite che di penne, la produzione di penne a sfera iniziò nel 1949 e quella delle stilografiche proseguì per un certo tempo per poi venire dismessa (in tempi non noti) con l'avvento definitivo della sfera e dei prodotti usa e getta. La Staedtler è comunque rimasta sempre presente sul mercato, su cui è tutt'oggi attiva, come produttore di materiali per cancelleria e disegno tecnico di buona qualità.
Riferimenti esterni
- [32] una cronologia dell'azienda
Matador
Il marchio Matador appartiene alla Siebert & Löwen, azienda fondata nel 1895 da Adolf Siebert e Ewald Loewen operante nella produzione di materiale di cancelleria, con la produzione in Wuppertal-Elberfeld(?). Non è nota una data precisa per l'entrata sul mercato delle stilografiche ma si possono tracciare le attività nel settore all'indietro almeno fino al 1911 data del primo brevetto noto (nº FR-431385) per una rientrante. La produzione dell'inizio degli anni '20 era mirata alla realizzazione di penne economiche di buona qualità, ottenendo un ottimo rapporto qualità/prezzo. La ditta è nota anche come Standard-Matador.
Nel 1949 circa[11] produsse quello che probabilmente è il primo cappuccio ermetico a scatto, con il modello denominato Matador-Click, dal rumore che contraddistingueva la corretta chiusura del cappuccio. Nomi di altri modelli: Matador Dipless, Matador Express, Matador Standard, Matador 811, Acca, Turbo-Matador.
Riferimenti esterni
- [33] Una discussione sull'azienda su FPN
- [34] Discussione su FPN
- [35] Discussione su FPGeeks
- [36] Discussione su FPN
Mentmore
La Mentmore venne fondata come Mentmore Manufacturing Company nel 1919 a Londra, e deve il suo nome alla locazione della sua prima sede, in Mentmore Terrace, Hackney, Londra. La produzione iniziale era di modelli con caricamento automatico (?) e pennini placcati in oro.
All'incirca nel 1925 venne introdotto il marchio Platignum;[12] in questo periodo infatti pare ci sia stata una sorta di riorganizzazione dell'azienda. Pare che l'intenzione fosse quella di usare il nome Platinum, ma che questo non fosse registrabile come marchio trattandosi del nome di un metallo, pertanto il nome venne leggermente modificato e venne creata la Platignum Pen Company che iniziò a commercializzare direttamente penne con marchio Platignum, concentrandosi sulla produzione di fascia bassa rispetto alle penne distribuite con il marchio principale.
Sempre relativamente al 1925 viene riportata la creazione di un gruppo pennino intercambiabile, e la produzione di penne con parti in plastica realizzata con iniezione a stampo, due fatti che porrebbero l'azienda all'avanguardia su entrambe le invenzioni. Mentre per la prima affermazione esiste un brevetto del 1924 (nº GB-237472) che ne supporta la veridicità, per la seconda non vi sono evidenze certe ma in una pubblicità del 1949 per una sussidiaria dedicata alla produzioni di parti in plastica ad iniezione, si proclama una esperienza più che ventennale nel campo.
Per un certo periodo i due marchi sono stati prodotti insieme, la Mentmore venne trasformata in società per azioni nel 1930. Non è chiara la situazione, c'è chi riporta che il marchio Mentmore sia stato progressivamente sostituito da Platignum, ma dalla fine degli anni '30 agli anni '50 esiste una ampia produzione di penne con questo marchio e riferimento esplicito nelle pubblicità alla "Mentmore Manufacturing Company". Inoltre un brevetto del 1936 (nº GB-457212) riporta esplicitamente il nome di "Spot Pen Company" come nuovo nome della Mentmore Manufacturing Company. Il nome "Spot Pen" compare comunque anche in una pubblicità della British Industries Fair del 1929 mantenendo comunque um riferimento all'azienda come "Mentmore Manufacturing Company". L'associazione con la produzione di penne Platignum è comunque stabilita almeno fino al 1957.[13]
Intorno al 1939-1941 (?) venne prodotto il modello Mentmore Paramount, una imitazione della Hundred Year della Waterman, si trattava anche in questo caso di una penna in resina plastica con caricamento a levetta, e dotata di un fondello decorativo in plastica trasparente analogo a quello usato della Waterman. La penna però era di linee più affusolate. Un'altra imitazione di penna famosa è la Mentmore 46, penna a pennino coperto con caricamento a pulsante di fondo, che si ispira chiaramente alla Parker 51.
E' comunque nota una produzione di penne a marchio Platignum che riportano come riferimento al produttore la "Mentmore Manufacturing Company" fino a tutti gli anni '50 e presumibilmente anche oltre, e non è chiaro i termini in cui entrambi i marchi sono stato utilizzato, l'azienda sembra aver adottato il nome Platignum nel 1981 (secondo quanto riporta Grace Guide, che cita il numero del The Times del primo maggio 1981). Oggi esistono come marchi indipendenti sia Mentmore che Platignum.
Riferimenti esterni
- [37] la storia dell'azienda, ripresa dal vecchio sito ufficiale dell'azienda.
- [38] i dati dell'azienda sul sito Grace Guide.
- [39] brevi cenni storici e qualche foto e nome di modello.
- [40] discussione con alcuni dati storici.
Monterosa
L'azienda era originariamente svizzera ed indipendente (fondata a Zurigo da Fritz Dimmler), anche se si limitava a commercializzare penne prodotte da altri. Non è nota una data esatta di fondazione, ma in Italia il marchio è stato depositato nel 1912, che si assumerà come data di fondazione. Il marchio è noto soprattutto per essere stato usato dalla Montblanc (non è chiaro se con una acquisizione o in maniera indipendente) per la sua produzione di fascia più bassa, con modelli analoghi alla serie 340. Non è chiaro fino a quando è rimasta una azienda indipendente, ma sicuramente nel dopoguerra la produzione è Montblanc. Si sa per certo che in Italia il marchio (Reg. Gen. N. 12889), registrato originariamente da tale Walter Kessel, è stato trasferito alla Montblanc nel settembre 1920.
Riferimenti esterni
- nessuno significativo
Paillard
Le origini della Paillard risalgono al 1788 quando P. C. Lambertye fondò una sua attività nella produzione di colori per acquarelli. L'azienda passò di mano varie volte, prima nel 1822 e poi nel 1850, quando divenne proprietà di J. M. Paillard, assumendone il nome. Nel 1895 Eugène Moreau riprese l'azienda, ed a partire dal 1898 iniziò a trasferire la produzione a Mouy. La ditta venne costituita come la "Société Anonyme des anciens Établissements J. M. Paillard" nel 1903.
Il trasferimento della produzione a Mouy venne completato nel 1912, ma per la produzione di stilografiche resta indicata nelle pubblicità una sede parigina, Passage St-Sébastien, 17, indirizzo che viene citato pure nei brevetti richiesti all'estero. Non è chiaro se si tratti della sede legale o di una azienda poi separatasi dall'originale. La ditta risulta attiva nel mercato delle stilografiche dalla fine della prima guerra mondiale agli anni '60.
E' da notare che un tale Mr. Paillard viene citato come responsabile dell'ufficio di rappresentanza per la Francia della Montblanc, non è chiaro si tratta di una omonimia (caso più probabile), o se si facesse riferimento alla ditta. L'azienda era attiva anche nel campo della cancelleria, con la produzione di inchiostri e nell'ebanisteria. I primi modelli di stilografiche erano di importazione americana.
In seguito vennero prodotte penne stilografiche sotto due marchi, Semper per i modelli di punta e Scriptor per la fascia economica. Alla fine degli anni '30 le penne vengono invece identificate direttamente con il nome J. M. Paillard o la sigla J.M.P. La produzione di stilografiche cessò nel 1960 ma l'azienda continuò le sue attività nel mercato del materiale da scrittura.
Riferimenti esterni
- [41] Articolo su un sito di storia locale
- [42] PDF con l'estratto del sito precedente
- [43] Altre informazioni storiche
- [44] Pagina del marchio su un sito dismesso sulle stilografiche francesi
- [45] Pagina del marchio su un sito web dismesso
Platignum
All'incirca nel 1925 la Mentmore introdusse il marchio Platignum per la produzione delle sue penne di fascia più bassa. In quel periodo pare ci fosse una sorta di riorganizzazione dell'azienda e che l'intenzione fosse di usare il nome Platinum, ma questo non era registrabile come marchio trattandosi del nome di un metallo. Pertanto il nome venne leggermente modificato e venne creata appositamente la Platignum Pen Company (non è chiaro quanto indipendente dalla casa madre) che iniziò a commercializzare direttamente penne con marchio Platignum], concentrandosi sulla produzione di fascia bassa rispetto alle penne distribuite con il marchio principale.
Secondo il sito dell'azienda sarebbe stata del 1925 con la nascita della Platignum la creazione di un gruppo pennino sostituibile, che potrebbe per questo considerarsi come un antecedente del sistema Personal Point della Eversharp, e dei vari sistemi analoghi adottati in seguito da altre aziende (come la Bayard, la Esterbrook e la Pelikan). Sempre il sito dell'azienda si proclama che la Platignum è stata la prima azienda ad aver usato, nel 1925 stesso, la plastica ad iniezione per la produzione delle proprie penne ed avere introdotto i pennini in acciaio inossidabile con lo slogan "As good as gold".
Per un certo periodo i due marchi sono stati prodotti insieme, la Mentmore venne trasformata in società per azioni nel 1930. Non è chiara la situazione, c'é chi riporta che il marchio Mentmore sia stato progressivamente sostituito dal Platignum, ma dalla fine degli anni '30 agli anni '50 esiste una ampia produzione di penne con questo marchio. L'associazione con la Mentmore è comunque stabilita almeno fino al 1957.[14]
Durante la guerra la produzione di penne venne ridotta per rispondere alle necessità dello sforzo bellico. Viene riportato che l'azienda produsse penne per spie con mappe e compassi o dotate di dardi velenosi. La produzione riprese nel dopoguerra con la realizzazione anche di penne a sfera. L'evoluzione del marchio è incerta come pure i rapporti con la casa madre. Ed oggi esistono come marchi indipendenti sia Mentmore che Platignum.
Riferimenti esterni
- [46] la storia dell'azienda, ripresa dal vecchio sito ufficiale dell'azienda.
- [47] discussione con alcuni dati storici.
- [48] brevi cenni storici e qualche foto e nome di modello.
Reform
La Reform è una azienda tedesca,[15] che aveva sede a Nieder-Ramstadt (nei pressi di Darmstadt) a partire dal 1928, ma le cui origini risalgono ad una precedente attività di produzione di penne svolta ad Heidelberg (come risulta in questa pubblicità del 1922) fin dal 1919 dai tre fondatori: Ludwig Jung (mercante), Paul Fortran e Johann Heinz (tornitori).
Nel 1928 col fallimento della fabbrica di fiammiferi di Reichenbach e Bessunger i tre rilevarono la proprietà e spostarono la sede. Non è chiaro quando sia nato il marchio Reform, se preesistente o meno lo spostamento, ma l'unica denominazione con datazione sicura (quella del 1936, data dalla fattura riportata) era "Reform Füllfederhalter-fabrik Gmbh", fa riferimento a questa sede, ma la stessa denominazione si trova sulle pagine di un catalogo che fa riferimento ad Heidelberg ed è senz'altro molto più antico, per cui considereremo il 1919 come anno di fondazione ed Heidelberg come sede iniziale.
La produzione era fatta al tornio, usando come materiali ebanite, celluloide e galalite, usando un procedimento brevettato dalla ditta Dietz und Böttcher. Negli anni '30 ogni operaio produceva circa 120 penne a settimana, ma la ditta aveva pochissima diffusione commerciale in Germania, esportando quasi il 99% della produzione in Europa, America Latina e Asia. Dal 1941 la denominazione della Reform divenne "Reform Füllfederhalter-fabrik Heinz & Jung", e l'azienda raggiunse il massimo del suo sviluppo con circa 100 dipendenti.
L'azienda originale chiuse nel 1956 quando Ludwig Jung si rifiutò di perdere la qualità artigianale dei suoi prodotti adottando le nuove tecnologie dei prodotti di massa con pezzi stampati ad iniezione, e preferì cessare le attività. Nel 1958 la ditta Ero di Ober-Ramstadt rilevò le proprietà e gli immobili della Reform e trasferì la sua produzione di strumenti di scrittura.
Nel 1963[16] il marchio Reform invece venne acquisito dai figli di Philipp Mutschler che fuorisciuto dalla Kaweco nel 1928, un anno prima della cessione alla KWG, se ne andò per formare una sua azienda con alcuni dei suoi colleghi (denominata Certo?). Pare che sia stato lo stesso Philipp Mutschler ad aver introdotto, fra i primi in Europa, l'uso di resina plastica fabbricata con stampo ad iniezione per la realizzazione di penne stilografiche, realizzando i relativi macchinari.
Non è chiaro quando iniziò la diffusione massiccia sul mercato delle penne Reform dopo l'acquisizione del marchio; la nuova azienda si concentrò comunque sulla produzione economica destinata al mercato scolastico ed all'uso comune, con modelli economici, ma ben costruiti e perfettamente funzionali. Agli inizi degli anni '90 le penne a marchio Reform erano fra le più diffuse in Germania. L'azienda però ebbe un periodo di crisi e nel 1999 venne ceduta, e nonostante il tentativo di salvataggio da parte della Sanford nel 2003 fallì definitivamente.
I modelli più conosciuti prodotti dalla Reform sono Reform Original, Refograph, Reform 1745.
Riferimenti esterni
Rotring
La Rotring venne fondata nel 1928 ad Amburgo da Wilhelm Riepe con il nome di Tintenkuli Handels GmbH. Questo avendo visto in un viaggio d'affari negli Stati Uniti una penna a stilo ne vide alcuni immediati vantaggi, come il basso costo di produzione del pennino, e la possibilità di essere usata per scrivere sulla carta carbone, per cui ne ideò un miglioramento, introducendo nel tubo un sottile ago metallico con un pesetto che veniva sollevato durante la scrittura, e richiudeva il tubicino quando la penna veniva staccata dalla carta.
Ottenuto un brevetto iniziò la produzione, inizialmente questa avveniva negli Stati Uniti, da dove le penne poi venivano importate, ma già dall'inizio degli anni '30 venne realizzata una fabbrica nei pressi di Amburgo. La penna veniva chiamata con il pittoresco nome di Tintenkuli, che significa pressappoco lavoratore di inchiostro a basso costo, dato che con Kuli si indicavano i lavoratori cinesi che fornivano manodopera a basso prezzo.
La penna veniva venduta a 3 marchi direttamente ai clienti, raggiunti con pubblicità sui giornali, e puntava sulla sua economicità, ma si rivelò funzionale e robusta ed ebbe un buon successo, tanto che nel 1935 già veniva esportata in oltre 34 paesi. Nel 1936 l'azienda cambiò nome in Riepe Werk, venne costruita una seconda fabbrica per la creazione dei serbatoi. Con l'avvento della guerra la produzione venne destinata all'esercito.
La fabbrica venne completamente distrutta nel 1945, ma nel dopoguerra le attività ripresero, e l'azienda ricominciò la produzione rifornendo la Royal Air Force inglese con mille penne al mese in cambio dei materiali. Nel dopoguerra venne prodotta una penna denominata Rollkuli, antesignano della penna a sfera, dotata di una punta chiusa con una piccola sfera di rubino, che si dimostrò però poco affidabile. Una seconda versione, più affidabile, venne messa in produzione a partire dal 1955.
Il grande successo venne negli anni '50, quando in America, dove la penna a stilo veniva usata prevalentemente nell'ambito del disegno tecnico, venne realizzata una modifica che ne consentiva l'uso con inchiostro di china, molto più denso ed inutilizzabile con una stilografica normale. A partire dal 1953, la nuova penna, denominata Rapidograph, venne lanciata sul mercato americano, seguita l'anno successivo da un lancio a livello mondiale.
Da allora il cerchietto rosso che contraddistingueva nei prodotti dell'azienda la divisione fra il fondello ed il corpo della penna, venne assunto a caratteristica distintiva dei prodotti, con l'uso ancora più esteso del marchio Rotring, che significa appunto Rot ring (cerchio rosso, in tedesco), tanto che l'azienda nel 1968 essa cambiò nome in Rotring Riepe Werk. Essendosi specializzata nella produzione di strumenti per il disegno tecnico l'azienda non subì significativamente la crisi dovuta all'avvento della penna a sfera che spazzò via gran parte dei produttori di stilografiche.
Nel 1970 venne acquisito il controllo della divisione strumenti tecnici della Pelikan, ed pochi anni dopo venne creata una filiale americana con il nome Koh-i-Noor Rapidograph Inc. altro nome con cui sono noti i suoi prodotti, da non confondersi comunque con quello della Koh-i-Noor Hardtmuth. La crisi arrivò comunque negli anni '90 con la diffusione dei CAD e del disegno elettronico, che portò ad una differenziazione della produzione con la produzione che venne estesa in generale al materiale da cancelleria. Nel 1998 l'azienda è stata acquisita dalla Sanford, una divisione della Newell Rubbermaid che possiede anche Waterman e Parker.
Riferimenti esterni
- [52] Pagina su wikipedia, informazioni storiche minime
- [53] Pagina sulla storia dell'azienda, dal sito ufficiale
- [54] Discussione su FPN
- [55] Discussione sulle relazioni con il marchio Koh-i-Noor e la Hardtmuth
Stephens
La "Henry C. Stephens Ltd", con sede ad Aldersgate Street 57, a Londra, era un'azienda molto conosciuta nell'Inghilterra del primo dopoguerra.[17] Nata nel 1832 con la denominazione di "Stephens' Ink Company" e tradizionalmente legata alla produzione di ottimi inchiostri, era riuscita a costruirsi, grazie alla qualità dei propri prodotti, una reputazione di serietà ed affidabilità.
Quando la società decise di lanciarsi nella commercializzazione di stilografiche, il mercato britannico era già maturo e la concorrenza piuttosto forte. La Stephens aveva bisogno di una penna diversa dalle altre e di ottime caratteristiche, per distinguersi e confermare la propria reputazione. Non disponendo di impianti produttivi, si rivolse alla "Lang Pen Co. Ltd.", azienda del gruppo Lang - Curzon - Summit che allora poteva vantare stabilimenti in grado di rivaleggiare con tutti i maggiori produttori di stilografiche, inclusi i quattro "grandi" statunitensi.
Grazie al brevetto nº GB-442262, presentato il 1 Luglio del 1935 da William Livsey, un impiegato di Lang, la nuova stilografica, introdotta nel 1935, offriva un originale sistema di caricamento a pulsante di fondo azionabile senza asportare il fondello, eliminando così il rischio di perderlo come qualche volta invece capitava ai proprietari di stilografiche coeve, come la Parker Duofold. In più, l'operazione di caricamento si rivelava più semplice ed immediata.
Proposta in tre modelli (106, 76 e 56) indicanti le relative fasce di prezzo (10 scellini e 6 pence per il modello di punta, 7 scellini e 6 pence per quello intermedio e 5 scellini e 6 pence per il modello base), la nuova "Self filler" conobbe un successo insperato, tanto da far affermare a Sir Henry Greer, presidente del consiglio d'amministrazione, nel corso dell'assemblea societaria generale annuale del 1937: "nonostante sia difficile introdurre una nuova linea in un mercato così competitivo come quello delle stilografiche, le nostre hanno avuto successo ed il consiglio d'amministrazione ha la ferma intenzione di procedere su questa strada al meglio delle sue capacità". Proprio in quell'anno venne introdotto il nuovo modello "21", versione di lusso della medesima serie.
Con l'avvento della seconda guerra mondiale e le conseguenti restrizioni nella produzione di manufatti non bellici, tenendo anche conto delle minori disponibilità finanziarie delle famiglie; nel 1940 la Stephens lanciò la sua "Leverfil", sempre prodotta da Lang: un modello più tradizionale articolato su diverse versioni, con alimentazione a levetta e, naturalmente, meno costoso. Dopo la guerra, nel 1946, l'azienda lanciò un nuovo modello di lusso, la Royale.
Nel secondo dopoguerra, con l'avvento della penna a sfera, Stephens decise di uscire gradualmente dal mercato delle stilografiche, dando spazio al nuovo strumento di scrittura e concentrandosi sugli inchiostri. Una serie di contatti con Waterman sfociò, nel 1965, nell'acquisizione della realtà inglese del prestigioso marchio. Nel 1968 la Stephens fu acquisita dal Royal Sovereign Group.
Riferimenti esterni
- [56] Una dettagliata timeline dell'azienda
- [57] Pagina su Pen Practice dedicata al sistema di caricamento
- [58] Cenni su un sito sulle stilografiche francesi
Tropen
La Tropen venne fondata nel 1925 da Gustav Schroeder a Ludenscheid, che iniziò una produzione di penne stilografiche realizzate a partire da una resina plastica chiamata Duro. L'azienda si è distinta come precursore in Europa delle tecnologie relative alla creazione di penne in resina plastica a stampo, producendo penne di basso costo destinate al mercato scolastico.
Le informazioni sull'azienda sono piuttosto frammentarie, pare che fosse molto più attiva sul mercato estero che su quello interno, con forti esportazioni a partire dall'immediato dopoguerra e fino agli anni '60, grazie anche al costo minore di produzione, dovuta anche al fatto di essere uno dei pionieri nella realizzazione in plastica anche dell'alimentatore. Vengono riportati[18] come marchi utilizzati: Cadillac per l'Egitto, Platinum per il Giappone, Aphrodite per Cipro.
Anche le informazioni relative ai modelli sono frammentarie, da fotografie delle stampigliature rilevate sulle penne si possono indicare i modelli Gold, Scholar, Record, Tiros, Constructer (a stilo), ma ai modelli erano anche associati dei codici numerici (ad esempio 500 per la Scholar), altre corrispondenze[19] sono 200 per la Splendid, 400 per la Mein Stolz, 800 per la Ambassador. I modelli sono per lo più economici e con pennini in acciaio, ma per le versioni di fascia alta (come la Gold) era previsto un pennino in oro, prodotto dalla Degussa. Vennero anche realizzati modelli a pennino coperto, meno comuni. L'azienda è rimasta in attività, con fortune alterne, almeno fino agli anni '80.
Riferimenti esterni
- [59] Discussione sul forum
- [60] Discussione su FPN con vari dati storici
- [61] Discussione su FPN con indicazione del fondatore
- [62] Recensione di una Scholar
Uhu
La Uhu è una azienda tedesca con sede a Fischer Bühl (Baden) che nacque dall'acquisto da parte di August Fischer, un chimico, di una fabbrica fondata nel 1884 da Kevin Carr impegnandosi nella produzione di inchiostri, pitture e timbri. L'azienda ebbe un grande sviluppo a partire dal 1932, con la realizzazione da parte di August Fischer della resina adesiva poi denominata Uhu sul nome di un gufo della foresta nera. La colla Uhu, ormai universalmente nota per la sua caratteristica confezione nel tubetto giallo e nero, fu una delle prime ad essere in grado di incollare materiali diversi e viene prodotta ancora oggi.
Con il successo del prodotto l'azienda, denominata poi UHU Werk H.u.M., si espanse nel mercato degli articoli di cancelleria, a partire dall'inchiostro, di cui si trovano pubblicità a partire dal 1940. L'azienda è stato anche un produttore di penne stilografiche dalla fine degli anni '40 agli inizi degli anni '50. I primi brevetti relativi a strumenti di scrittura sono stati richiesti nel 1947, ma in questa discussione viene riportata una risposta ottenuta da un impiegato dell'azienda che indica come la produzione di penne sia iniziata nel 1949 e terminata nel 1953;[20] non sono note eventuali date diverse per la produzione dei vari modelli.
Anche se poco conosciute le stilografiche prodotte dalla Uhu, in particolare quelle del primo dopoguerra, sono di primissima qualità. Oltre alle stilografiche vere e proprie spicca nella produzione anche una particolare penna a sfera caricabile come una stilografica (brevetto nº DE-879811, denominata Kugeltinter, dotata di un alimentatore da cui sporge la punta del tubicino con la sfera, che consente una posizione di scrittura inclinata, più comoda e simile a quella usata con le stilografiche.
Riferimenti esterni
- [63] Discussione su Penexchange.de
- [64] Discussione su FPN
- [65] Pagina sulla storia dell'azienda dal sito web
- [66] Pagina sull'azienda su Wikipedia
Unic
La Unic venne fondata nel 1919 da M. M. Kothe e Vannier, ma dell'azienda sono noti pochissimi dati. L'azienda produsse inizialmente penne di buona qualità in ebanite sia rientranti che con caricamento a levetta. Le rientranti vennero prodotte anche con il marchio Omnia.[21] Si distinse particolarmente per la qualità delle versioni decorate con rivestimenti in argento, oro o metallo laminato.
Essa è nota soprattutto per la commercializzazione, nel 1932, della Duocolor una penna doppia che consentiva di utilizzare alternativamente due penne separate caricate con colori diversi. La penna in questione è identica alla Zerollo ed in sostanza non è altro che una rimarchiatura in proprio della produzione della ditta genovese.
Come per la Zerollo la penna ebbe un successo limitato, proprio per la fragilità meccanica dovuta alla notevole complessità della stessa, considerata la relativa utilità della soluzione. Era inoltre costosa, per cui alla fine ne vennero prodotte poche ed è pertanto fra le più ricercate e le più care delle penne francesi.
Riferimenti esterni
- [67] Pagina del marchio su un sito dismesso sulle stilografiche francesi.
- [68] Discussione sul forum francese sul sottomarchio Osmia, archiviata qui.
Note
- ↑ secondo quanto riportato in questa discussione su FPN, e dalla susseguente conversazione col proprietario, trattasi di una penna sempre rimasta in famiglia fin dal suo acquisto da parte del padre.
- ↑ non è nota una datazione precisa, si fa riferimento a questa data che è citata in questo articolo in cui si dice che la più vecchia ritrovata (con caricamento a caduta) è precedente a questo, che è l'anno della fondazione della "Mabie Todd and Co. Limited".
- ↑ come riportato in questa discussione.
- ↑ L'azienda è citata da Lambrou per la produzione di penne Waverley, ma il nome pare essere stato usato inizialmente solo per dei modelli denominati Waverley Fountain Pen, perché dotati dell'omonimo tipo di pennino, e non come marca a se stante.
- ↑ per la data si fa riferimento a quanto emerso in questa discussione su FPN e non su quella del 1899 citata in altri siti e ripresa dal libro di Lambrou.
- ↑ nel libro di Letizia Jacopini si parla di primi anni '30 ma nelle voci relative all'azienda pubblicate su diverse annate dell'"Annuario industriale della provincia di Milano" (riportate nei documenti) vengono indicati gli anni 1924, 1925 e 1929, che ci portano a spostare all'indietro questa indicazione.
- ↑ i dati storici sono stati prevalentemente ricavati dal sito di Werner Rüttinger dedicato alla produzione di stilografiche della Geha.
- ↑ nei riferimenti riportato il 1931, ma il ritrovamento di questa pubblicità consente di retrodatare l'introduzione almeno al 1929, anno in cui è stato richiesto in Germania il relativo brevetto (nº FR-691384), anche se questo è stato assegnato in Francia solo nel 1930.
- ↑ la data è riportata nella pagina sulla storia dell'attuale sito della Waterman.
- ↑ la data non è sicura, David Nishimura in questo articolo indica il 1936, ma non cita nessuna fonte, mentre le pubblicità più antiche note sono del 1937, ed in particolare in questa compare fra le novità una Waterman 32 a cartuccia che non viene mostrata in nessuna delle diverse pubblicità reperite sull'Illustration nei mesi precedenti.
- ↑ in un suo libro Andreas Lambrou riporta come probabile quest'anno, in questa discussione viene riportato il 1946, mentre la possibile esistenza di una garanzia originante addirittura al 1936 si è rivelata non attribuibile con certezza a questo modello.
- ↑ questa data, come le altre di cui non si è indicato un preciso riferimento, derivano dalla pagine dedicata all'azienda nel sito Grace Guide riportato nei riferimenti.
- ↑ grazie a queste istruzioni in cui si fa riferimento alla sede di Stevenage in cui l'azienda si spostò, secondo quanto riportato da Grace Guide, proprio in questo anno.
- ↑ grazie a queste istruzioni in cui si fa riferimento alla sede di Stevenage in cui l'azienda si spostò, secondo quanto riportato da Grace Guide, proprio in questo anno.
- ↑ per i dati sulla storia dell'azienda si fa riferimento alle fonti riportate nei riferimenti, che però contengono alcune incongruenze, pertanto molti punti restano oscuri e le date devono essere prese come indicative, useremo comunque come fonte principale questo articolo sull'azienda.
- ↑ secondo quanto riportato in questa discussione.
- ↑ La fonte principale per i dati storici di questa pagina è il libro di Stephen Hull, "The English Fountain Pen industry – 1875 / 1975”, 2011 e la dettagliata cronologia riportata nel primo dei riferimenti.
- ↑ in questa discussione che sembra essere ripresa da quanto pubblicato da Lambrou, ma senza l'indicazione di nessuna fonte.
- ↑ sempre dalla solita discussione.
- ↑ la datazione non ha specifiche conferme documentali, ma è compatibile con le date dei brevetti e delle pubblicità note.
- ↑ il legame è illustrato, oltre che dalla similarità dei caratteri e delle lavorazioni, da una fattura del 1934 mostrata in questa discussione.