Differenze tra le versioni di "Montegrappa"
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+ | Alla fine degli anni '30, per seguire la tendenza delle penne che consentivano la visualizzazione del livello di inchiostro, venne adottato il [[caricamento a stantuffo]] ed avviata una produzione di una [[Montegrappa trasparente|serie di penne]] in celluloide con sezione trasparente. Sempre in questo periodo, iniziandosi a farsi sentire gli effetti della guerra, iniziarono a comparire modelli ''autarchici'' con finiture in metallo cromato e pennini in acciaio. | ||
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+ | Dopo la guerra la produzione riprese con un rinnovamento stilistico di tutta la gamma, passando, come avvenuto per praticamente tutti i produttori italiani, alle linee affusolate della classica forma a siluro. Le nuove penne venivano identificate da un codice numerico a tre cifre, il cui significato non è stato del tutto chiarito, se non per il fatto che la cifra dei decimali indicava il tipo di caricamento, e quella delle unità il pennino (anche se senza un ordine crescente). Le centinaia dovrebbero indicare il modello ma la stessa cifra venne usata per modelli diversi per cui il suo significato non è chiaro. | ||
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+ | La produzione degli anni '50 vide la progressiva sostituzione della celluloide con la plastica a stampo, rimanendo la prima utilizzata soltanto per la produzione di penne economiche in color madreperla o a avorio, allora molto utilizzate come tipico regalo di Prima Comunione. In questo periodo venne anche effettuato il passaggio al [[caricamento a cartuccia]]. | ||
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+ | Non sono a conoscenza dell'autore dati storici precisi per quanto riguarda il periodo dagli anni '60 ad oggi, l'azienda è rimasta però sul mercato, e negli anni '90 si segnalava come uno dei migliori produttori di penne in metallo o argento. Nel 2000 l'azienda è stata acquistata dal gruppo [http://en.wikipedia.org/wiki/Richemont Richemont] (lo stesso proprietario di [[Montblanc]]) per essere ri-acquisita a fine 2009 dalla famiglia Aquila. | ||
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+ | * [http://www.montegrappa.com/] Sito dell'azienda, le informazioni storiche sono del tutto assenti. | ||
+ | * [http://www.pennamagazine.com/load_detail.aspx?id=8&nt=stilo] Un interessante articolo storico di Giuseppe Fichera | ||
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La Montegrappa vorrebbe contendere a Aurora e Tibaldi il primato di primo produttore italiano di penne stilografiche. Benché senz'altro l'azienda sia la più antica delle tre, essa nasce come produttore di pennini per stilografiche, la cui produzione invece sembra risalire soltanto all'inizio degli anni '20. L'azienda resta comunque, insieme ad Aurora uno dei più longevi produttori italiani, rimasto sempre in attività fino ai nostri giorni. Nel 2000 l'azienda è stata acquistata dal gruppo Richemont (lo stesso proprietario di Montblanc) per essere ri-acquisita a fine 2009 dalla famiglia Aquila.
Montegrappa |
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Pagine marca |
Pubblicità marca |
Foto marca |
Altri documenti |
Storia
La storia iniziale della Montegrappa è alquanto complessa, l'azienda nasce nel 1912 a Bassano del Grappa con il nome "Manifattura Pennini Oro per Stilografiche - The Elmo Pen"[1] ad opera di Edwige Hoffman e Heinrich Helm. Sarebbe pertanto più corretto riferirsi all'azienda con il nome Elmo, usato anche per alcuni modelli, dato che l'utilizzo del marchio Montegrappa, con il quale è ormai universalmente conosciuta, è molto più tardo. Inoltre, come il nome stesso testimonia, l'azienda inizialmente non produceva stilografiche ma soltanto pennini, pertanto è quantomeno discutibile la pretesa di qualificarsi come il primo produttore italiano di penne stilografiche [2] dato che la produzione di quest'ultime non comincerà fino agli inizi degli anni '20.
La produzione iniziale della Montegrappa viene fatta risalire agli inizio degli anni '20, con stilografiche in ebanite prodotte sia con caricamento a contagocce che safety. Vennero prodotte in questo periodo due diverse linee, la Elmo, con caricamento di sicurezza e linee affini alla produzione tedesca dell'epoca (cappuccio e fondello arrotondati) e la The Elmo Pen che invece imitava lo stile americano della Waterman 42 con cappuccio e fondello piatti.
Nel 1922 venne acquistato dall'azienda lo stabile di Via Ca' Erizzo a Bassano Veneto, in seguito ampliato e ristrutturato, che ancora oggi è la sede dell'azienda. Nel 1925 l'azienda venne acquistata da Alessandro Marzotto e Domenico Manea, e l'anno seguente venne ribattezzata in "Industria Pennini Oro e Penne Stilografiche Elmo", con le cui iniziali, I.P.O.P.S.E., verranno marchiati i pennini fino alla prima metà degli anni '30. E' di questo stesso anno la richiesta di registrazione dei marchi Elmo (Reg. Gen. N. 32293) e Montegrappa (Reg. Gen. N. 32168) cosa che fa supporre un ingresso sul mercato delle stilografiche avvenuto all'incirca un questo periodo, dato che il marchio Elmo era proprietà, almeno fino al 1922 (vedi questa pubblicità) di un'altra azienda. Nonostante la nuova proprietà Heinrich Helm continuò a dirigere la produzione, fornendo un contributo fondamentale al successo dell'azienda.
Fra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30 vennero introdotti i primi modelli in celluloide, con caricamento a pulsante di fondo, in seguito affiancato dal caricamento a levetta. Inizialmente questi vennero affiancati ai modelli in ebanite per poi sostituirli. Inoltre la produzione venne differenziata, utilizzando il marchio Elmo alle penne economiche di fascia bassa, mentre il marchio Montegrappa veniva impiegato sulle penne di maggior pregio.
Nel 1935 venne creata una interessante serie di penne faccettate, caratterizzata da una grande varietà di colorazioni della celluloide. Lo stile di queste penne, come delle analoghe degli altri principali produttori italiani, riprende quello della Doric. Di questa serie venne prodotta però anche una originalissima versione realizzata con una sfaccettatura ondulata, uno dei modelli più interessanti prodotti dall'azienda. In questo stesso periodo iniziò una ulteriore differenziazione, ed al marchio Montegrappa si andò ad aggiungere il marchio Montegrappa Extra, riservato alle penne di maggior pregio, mentre alle Elmo si affiancò il marchio Ducale.
Gli anni '30 furono comunque un periodo di grande attività dell'azienda, che oltre a creare modelli propri, diventò una delle principali aziende ad eseguire produzioni per conto terzi, costruendo penne per una vasta varietà di marchi, più o meno noti. Fra questi Letizia Iacopini, nel libro La storia della stilografica in Italia, riporta: a.b.c., Aquila, Astoria, Atlantica, Caesar, Contessa, Dacis AVR, Domino, Duchessa, Montenero, Pilus, Titanus, Vulcan-Saturnia, Zenith. A parte Domino, per il quale esiste la registrazione di un marchio depositato dall'azienda stessa nel 1925 (Reg. Gen. N. 32169) la attribuzione degli altri è alquanto incerta, ed in particolare Atlantica, Caesar, Contessa, Duchessa e Zenith sono marchi chiaramente riconducibili ad altre aziende, anche se non può essere esclusa una produzione su commissione.
Alla fine degli anni '30, per seguire la tendenza delle penne che consentivano la visualizzazione del livello di inchiostro, venne adottato il caricamento a stantuffo ed avviata una produzione di una serie di penne in celluloide con sezione trasparente. Sempre in questo periodo, iniziandosi a farsi sentire gli effetti della guerra, iniziarono a comparire modelli autarchici con finiture in metallo cromato e pennini in acciaio.
Dopo la guerra la produzione riprese con un rinnovamento stilistico di tutta la gamma, passando, come avvenuto per praticamente tutti i produttori italiani, alle linee affusolate della classica forma a siluro. Le nuove penne venivano identificate da un codice numerico a tre cifre, il cui significato non è stato del tutto chiarito, se non per il fatto che la cifra dei decimali indicava il tipo di caricamento, e quella delle unità il pennino (anche se senza un ordine crescente). Le centinaia dovrebbero indicare il modello ma la stessa cifra venne usata per modelli diversi per cui il suo significato non è chiaro.
Nel primo dopoguerra vennero prodotte le penne delle serie 200, 300 e 400. Nel 1946 un incendio distrusse parzialmente gli stabilimenti, con degli effetti sulla produzione: la produzione in celluloide venne limitata, e la Montegrappa si concentrò sulla produzione di rivestimenti in metallo e nell'uso delle plastiche ad iniezione. Nel 1947 l'azienda viene rifondata come "Elmo - Montegrappa s.n.c." e nel 1951 diventò la "Fabbrica Penne Stilografiche Elmo Montegrappa s.r.l.".
La produzione degli anni '50 vide la progressiva sostituzione della celluloide con la plastica a stampo, rimanendo la prima utilizzata soltanto per la produzione di penne economiche in color madreperla o a avorio, allora molto utilizzate come tipico regalo di Prima Comunione. In questo periodo venne anche effettuato il passaggio al caricamento a cartuccia.
Non sono a conoscenza dell'autore dati storici precisi per quanto riguarda il periodo dagli anni '60 ad oggi, l'azienda è rimasta però sul mercato, e negli anni '90 si segnalava come uno dei migliori produttori di penne in metallo o argento. Nel 2000 l'azienda è stata acquistata dal gruppo Richemont (lo stesso proprietario di Montblanc) per essere ri-acquisita a fine 2009 dalla famiglia Aquila.
Cronologia
Anno | Avvenimento |
---|---|
1912 | l'azienda viene fondata da Edwige Hoffman, Heinrich Helm a Bassano del Grappa come Manifattura Pennini Oro per Stilografiche - The Elmo Pen |
1921 | l'azienda inizia la produzione di stilografiche (data indicativa[3]) |
1925 | l'azienda inizia la produzione di modello marchiati Montegrappa |
1925 | l'azienda viene acquistata da Alessandro Marzotto e Domenico Manea |
1926 | l'azienda viene rinominata in Manifattura Pennini Oro e Penne Stilografiche Elmo |
1930 | l'azienda introduce i primi modelli in celluloide (data indicativa) |
1934 | in Italia (R.D. 305 del 1934-02-05) tutti i pennini d'oro devono essere marcati a norma di legge con il numero di millesimi in una losanga |
1935 | l'azienda introduce i modelli sfaccettati |
1935 | l'azienda introduce il marchio Montegrappa Extra (data indicativa[4]) |
1939 | l'azienda introduce l'incisione sul cappuccio delle iniziali MG all'interno di un cerchio (data indicativa, fa riferimento alla fine degli anni '30) |
1939 | l'azienda introduce il caricamento a stantuffo (data indicativa, fa riferimento alla fine degli anni '30) |
1946 | l'azienda introduce le Montegrappa 2xx (data indicativa, si fa riferimento all'inizio del dopoguerra) |
1946 | l'azienda introduce le Montegrappa 3xx (data indicativa, si fa riferimento all'inizio del dopoguerra) |
1947 | l'azienda viene rifondata come "Elmo - Montegrappa s.n.c." |
1951 | l'azienda viene rifondata come "Fabbrica Penne Stilografiche Elmo Montegrappa s.r.l." |
Riferimenti esterni
- [1] Sito dell'azienda, le informazioni storiche sono del tutto assenti.
- [2] Un interessante articolo storico di Giuseppe Fichera
Note
- ↑ data e denominazione esatta originano dalla ricerca di Giuseppe Fichera pubblicata nel libro Montegrappa pubblicato nel 1999.
- ↑ titolo che spetta invece alla Uhlmann's Eterno, nata prima della Montegrappa e di cui è certa la produzione fin dal 1913.
- ↑ purtroppo, come per molte aziende italiane, i dati storici della Montegrappa sono labili ed incerti, ed alcune date sono soltanto indicative e fanno riferimento non tanto a un anno quanto ad un intervallo di tempo, come la prima o la seconda parte di una decade, o l'inizio, la metà o la fine; per maggiori dettagli si può consultare la cronologia sulla pagina della Montegrappa.
- ↑ si fa riferimento al periodo di introduzione dei modelli sfaccettati, presumibilmente i primi ad usare questo marchio.