Aurora Duplex

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Una Duplex in nero e perla

Storia

Pubblicità degli anni '30

Nel 1927 la produzione della Aurora viene arricchita dall'introduzione di un nuovo modello, la Duplex, chiaramente ispirato alla Duofold della Parker, di cui imita sia le forme che lo stile con una clip a pallina montata ad anello con una testata del cappuccio in ebanite nera. Il caricamento però in questo caso resta quello a levetta utilizzato sulla A.R.A. di cui la nuova penna può esser considerata una evoluzione diretta.

Il nome della nuova penna venne scelto con un concorso il cui premio era di 30000 lire (con premi di 2000 lire per gli altri risultati degni di menzione). La chiusura del concorso avvenne il 30 aprile 1927, ed il nome scelto fu appunto ... Alata,[1] che però non parve piacer troppo all'azienda che optò per invece per Duplex. Non ci sono motivazioni note della scelta relative al significato del nome, ma forse non è una coincidenza che le prime due lettere coincidano con quelle della Duofold.

Una Duplex in celluloide lapislazzulo

La serie venne rinnovata alla fine del 1927 circa con l'introduzione di nuovi modelli infrangibili realizzati in celluloide, ribattezzata dall'azienda in Aurolite, seguendo anche in questo il comportamento adottato dai produttori americani di dare un nome di fantasia alla celluloide. Alle nuove penne colorate in celluloide continuava comunque ad essere abbinata la versione in ebanite rossa.

Nel 1928 la penna venne ridisegnata, la clip inizialmente montata ad incastro venne fissata al cappuccio con il classico montaggio ad anello grazie ad una testina in ebanite, materiale che venne anche usato anche sul fondo del corpo, aggiungendo un tocco di ulteriore eleganza alla penna. Inoltre la penna di misura più grande venne aumentata in sezione.

In seguito ai colori iniziali vennero affiancate ulteriori colorazioni di celluloide (il perlato a striature nere), e intorno al 1930 venne prodotta la versione di massimo pregio, con tre anellini sul cappuccio e la clip finemente decorata. E' nota infine nella produzione più tarda una ulteriore versione della penna dotata di due verette sul cappuccio, ed anche questa ottenne nuovi colori. Infine a cavallo del 1930 sono note delle penne, denominate modello 42, ma stilisticamente identiche alle altre Duplex, dotate del nuovo sistema di caricamento a levetta di fondo. Non è nota una data di terminazione precisa, assumeremo il 1935, per indicare la metà degli anni '30, ma l'assunzione è totalmente arbitraria, senza alcun riscontro fattuale ed eseguita ai soli fini della gestione della cronologia.

Caratteristiche tecniche

Particolare della clip

La Duplex è una penna piuttosto ordinaria sul piano della realizzazione tecnica, che non presenta particolari innovazioni. Là dove la penne eccelle invece è, in particolar modo per i modelli di punta, nella raffinatezza delle decorazioni. Come per tutta la produzione Aurora la Duplex è comunque caratterizzata da una eccellente qualità costruttiva e si dimostra perfettamente funzionale. Il fermaglio nelle prime versioni è montato ad incastro in una scanalatura sul cappuccio, mentre nelle versioni successive alla ristrutturazione del 1928 è montato ad anello tramite una testina in ebanite. Il cappuccio è con chiusura a vite.

Materiali

I modelli iniziali della Duplex erano realizzati in ebanite, nera. fiammata o rosso-aragosta. In seguito vennero introdotti modelli in celluloide colorata, prima in colori marbré, poi anche nel classico nero e perla. I materiali erano di buona qualità, anche se la celluloide verde giada usata nei modelli prodotti dopo il 1929 tende a presentare i comuni sintomi di discolorazione.

Il fermaglio e le verette decorative erano realizzate in metallo placcato 18k, la placcatura però non sembra particolarmente resistente. E' comune inoltre trovare riportata la punzonatura 18 KR della placcatura sulla clip. Con la ristrutturazione del 1928 le estremità della penna (testina del cappuccio e fondo del corpo) vennero realizzate in ebanite nera.

Sistema di riempimento

La Duplex venne dotata del classico caricamento a levetta ereditato direttamente dal precedente modello A.R.A. di cui mantiene le caratteristiche, con una levetta riportante la dicitura brevettato stampigliata lungo il braccio, ed una estremità di sollevamento, realizzata con una sezione piatta di forma rotonda su cui invece è riportata una incisione del logo dell'azienda.

Sono però note delle penne, stilisticamente simili alla Duplex, caratterizzate dal nuovo caricamento a levetta di fondo. Si tratta di modelli molto rari, probabilmente i primi prototipi del sistema che verrà adottato in seguito per la Internazionale e la Novum.

Versioni

Una coppia di Duplex in ebanite

Se sul piano puramente tecnico la Duplex può essere considerata una penna tutto sommato ordinaria, non altrettanto si può dire sul piano stilistico. Infatti, nonostante possa essere considerata una imitazione di una Duofold, nella sua realizzazione presenta, specie nei modelli di punta, una eleganza ineguagliata, ottenuta tramite una grande cura nella realizzazione di rifiniture e decorazioni.

Questa inizia partire dall'uso, dopo la ristrutturazione del 1928, sul fondo del corpo penna di una terminazione in materiale nero utilizzata anche per i modelli in celluloide colorata, che crea uno stacco nella linea della penna, insieme alla presenza di una incisione sulla parte finale del corpo, in corrispondenza all'altezza in cui si ferma il cappuccio quando la penna viene aperta.

Particolare della sezione

Come consuetudine dell'azienda la sezione era incisa con il logo ovoidale recante al suo interno la dicitura AURORA DUPLEX su due linee incurvate. Pure la levetta del caricamento era marcata, recando l'incisione longitudinale BREVETTATA ed il solito logo ovoidale sull'estremità appiattita tonda usata per il sollevamento con la sola scritta AURORA. Il cappuccio era decorato con un anellino singolo in metallo dorato. La penna recava inoltre sul corpo l'incisione della dicitura Fabbrica Italiana di Penne a Serbatoio disposta su due linee spezzate al centro dal logo dell'azienda (l'ovoide recante la scritta Aurora Torino).

Iscrizione sul corpo

Anche il fermaglio, benché realizzato con la classica terminazione a pallina della Duofold, presenta una linea allargata a "Y", in cui il collegamento sul montaggio ad anello avviene con un allargamento della larghezza della clip per arrivare ad una congiunzione che si estende per quasi un terzo del diametro del cappuccio. In questo modo si ha curva che crea una immagine di continuità delle linee del fermaglio molto elegante.

La stessa clip inoltre, nelle versioni di prestigio della produzione più tarda, era fornita con diverse decorazioni, dalla semplice versione liscia in metallo placcato oro, recante la punzonatura dello stesso nei modelli di base, fino al vero e proprio capolavoro inciso che si trova sui modelli di punta della produzione più tarda, in cui oltre alle incisioni di motivi floreali essa viene abbinata ad una banda traforata posta sotto l'anello di montaggio.

Particolare della levetta

La produzione iniziale della Duplex prevedeva cinque diversi modelli, la versione da uomo, disponibile in tre misure: piccola, ordinaria e grande corrispondenti alle misure 3, 35, 4 della A.R.A., e quella da donna nella versione con anellino sul cappuccio o con fermaglio da tasca. I modelli riportano sul corpo una marchiatura Fabbrica Italiana di Penne a Serbatoio disposta su due righe e frammezzata dal logo, analoga a quella presente sui precedenti modelli A.R.A. in ebanite.

La ristrutturazione della linea del 1928 portò ad un aumento della larghezza della versione di dimensioni maggiori, che mantenne comunque la veretta singola sul cappuccio, in seguito le penne di dimensione maggiore assunsero ulteriori varianti fanno riferimento alle decorazioni del fermaglio ed al numero di verette sul cappuccio. Le clip lisce più semplici erano abbinate a cappucci recanti una sola veretta liscia laminata in oro di dimensione più o meno ampia (nell'ordine di pochi millimetri) a seconda della dimensione della penna.

Il modello di punta del periodo più tardo, con la banda traforata e la clip decorata a motivi floreali presenta invece un cappuccio decorato con tre sottili anelli metallici sulla parte finale. Questo è anche presente con una clip liscia il cui anello sul cappuccio è però sporgente, e senza ulteriore banda traforata. E' infine presente un modello introdotto successivamente, sempre dotato di clip liscia, ma con due verette sul cappuccio anziché una.

Colori

I primi modelli in ebanite vennero realizzati sia nel classico colore nero, che nel meno comune colore rosso aragosta tipico della Duofold. Nel 1929 circa vennero introdotti modelli in ebanite in cinque diversi colori, rosso, blu e nero screziati (con il rosso ed il blu simili agli equivalenti Coral e Lapis delle produzioni americane), verde giada, ma con una colorazione più vicina allo screziato che al classico Jade Green delle penne americane, ed infine il rosso-aragosta della versione in ebanite.

In seguito venne anche introdotto un perlato con screziature/venature nere. Inoltre a partire dai primi anni '30, prevalentemente sulla versione con due verette sul cappuccio, vennero introdotte ulteriori colorazioni come il bronzo e nero ed il bronzo e blu.

Pennini

I pennini di questi modelli sono in oro 14k, con foro di areazione di forma circolare. Tutti i pennini sono marchiati con il logo ovoidale dell'azienda recante la dicitura Aurora Torino, al centro del quale veniva riportato il numero della misura dello stesso. Sotto il logo era incisa la caratura con la scritta 14 Kt. Le dimensioni dei pennini in uso sulle varie versioni riflettono la dimensione della penna. Esistono varie combinazioni per le più piccole (con misure come l'1 o il 2) mentre sui modelli intermedi la misura usata era il 2½. Infine sui modelli di dimensione maggiore è comune avere le misure 5 o 6.

Misure

Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.

Versione Lunghezza Altre misure: lunghezze, diametri, pesi
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Riepilogo delle informazioni disponibili

Si riportano di seguito tutte le informazioni raccolte in riferimento ai modelli trattati in questa pagina, a partire dai relativi dati di cronologia, i vari riferimenti attinenti gli stessi trovati sul web e le immagini pubblicate sul wiki (fotografie, scansioni di pubblicità, di foglietti di istruzioni e garanzia, di documenti correlati, ecc.) disponibili al riguardo.

Cronologia

Anno Avvenimento
1927 l'azienda introduce l'uso della celluloide (incerto[2])
1927 l'azienda introduce le Aurora Duplex
1928 l'azienda ristruttura il modello Duplex e la clip passa al montaggio ad anello
1929 ristrutturazione dell'azienda, nascono le sottomarche Aurora Olo e Asco
1930 l'azienda introduce la versione di lusso della Duplex con tre anellini, anello decorativo in cima al cappuccio e clip intarsiata (data incerta)
1930 l'azienda introduce le Aurora 42 una variante della Duplex con caricamento a levetta di fondo (data incerta)

Riferimenti esterni

  • [1] Un listino prezzi degli anni '20

Note

  1. come risulta dalla pubblicazione sul Corriere della Sera dei relativi risultati.
  2. Luca de Ponti parla della fine del 1927, Letizia Jacopini del 1929 circa, un volantino dell'esposizione di Torino del 1928 con modelli in celluloide porta ad assumere come corretta la prima data.

Materiale disponibile

Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.